Si avvicina il contratto sullo smart working per la pa
Se il green pass funziona «la crescita italiana può sfiorare il 7%» e tra un mese arriverà il contratto sullo smart working nella pubblica amministrazione al di fuori dell'emergenza. Lo ha annunciato il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta al Festival dell'Innovazione organizzato dal Foglio, dicendosi convinto che entro un mese possa arrivare il contratto delle funzioni centrali del lavoro pubblico (ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici), che dovrebbe contenere anche le regole sul nuovo lavoro agile e fare da apripista al resto delle amministrazioni che dovrebbero regolarlo entro l'anno.
Il 22 è previsto un incontro tra Aran e sindacati che dovrebbe affrontare il trattamento economico dei dipendenti delle Funzioni centrali mentre il 23 si dovrebbero discutere gli altri temi a partire dal lavoro agile al di fuori dal periodo emergenziale. «Tra un mese ci sarà il primo contratto sul lavoro agile - ha detto Brunetta - in cui ci saranno diritti e doveri, come si farà, chi lo farà, la disconnessione, la produttività. Il contratto ci sarà, stiamo lavorando all'organizzazione sul lavoro da remoto, obiettivi, metodi, premi, formazione. Poi ci deve essere la sicurezza informatica. Stiamo lavorando sull'interoperabilità delle banche dati con il Pnrr. L'accordo sarà individuale tra l'amministrazione e il lavoratore. Ma ci deve essere la soddisfazione dei cittadini. A queste condizioni - ha spiegato - le amministrazioni possono fare tutto lo smart working che vogliono».
Secondo l'ultima bozza presentata dall'Aran il lavoro agile non potrà essere fatto dall'estero a meno che la sede di lavoro sia fuori dai confini nazionali. Nel contratto in cui amministrazione e dipendente si accordano sul lavoro agile dovranno essere chiarite la durata dell'accordo, le giornate da svolgere in smart working e definiti gli orari delle tre fasce di lavoro da remoto (operatività, contattabilità e inoperabilità). Una volta che sarà definita l'organizzazione del lavoro e una piattaforma dedicata è previsto che possa vere il lavoro agile almeno il 15% del personale impegnato in attività da remoto.
Si ragiona intanto anche su come regolare il lavoro agile nel privato anche se molte aziende sono già attive su questo fronte. «Serve un accordo quadro nazionale sul lavoro da remoto - ha detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando - per questo convocherò le parti sociali per riaprire il discorso perché la contrattazione individuale non può rispondere a fenomeni che si sono sviluppati in questi mesi. Va tenuto conto del tema del diritto alla disconnessione perché sta sfumando la differenza tra tempo di riposo e di lavoro: questo va chiarito. Se ci arriveremo assieme alle parti sociali bene, altrimenti ci si dovrà arrivare attraverso la legge».
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