Italia e Estero

Sequestrati 10 milioni di crediti falsi dal Bonus facciate

L'esterno del cantiere dove è morto un cittadino di nazionalità kosovara, 24 febbraio 2024. Secondo quanto appreso dal racconto dei colleghi, connazionali del 43enne morto, l'uomo era in malattia da due mesi a causa di un infortunio ed era passato al cantiere per parlare con loro. Il 43enne, che si chiamava Baskim Bitichi, sarebbe salito su uno dei ponteggi e avrebbe perso l'equilibrio candendo da un'altezza di circa 10 metri. ANSA/ANTONELLO BRIANDA
L'esterno del cantiere dove è morto un cittadino di nazionalità kosovara, 24 febbraio 2024. Secondo quanto appreso dal racconto dei colleghi, connazionali del 43enne morto, l'uomo era in malattia da due mesi a causa di un infortunio ed era passato al cantiere per parlare con loro. Il 43enne, che si chiamava Baskim Bitichi, sarebbe salito su uno dei ponteggi e avrebbe perso l'equilibrio candendo da un'altezza di circa 10 metri. ANSA/ANTONELLO BRIANDA
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VICENZA, 16 OTT - Un sequestro preventivo "impeditivo" di crediti d'imposta per oltre 10 milioni di euro è stato eseguito dalla Guardia di Finanza di Thiene (Vicenza) nell'ambito di un'indagine contro soggetti detentori di crediti d'imposta fittizi legati al "Bonus facciate 90%". In totale, il sequestro riguarda i crediti d'imposta ritenuti fittizi detenuti da 32 imprese e persone fisiche nelle province di Firenze, Bologna, Venezia, Roma, Milano, Pistoia, Pisa, Modena, Padova e Ravenna. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Vicenza, riguardano il fallimento di una società a responsabilità limitata con sede fino all'ottobre 2019 in provincia di Firenze, successivamente trasferita e dichiarata ancora fallita in provincia di Vicenza. E emerso che il legale rappresentante, a ottobre e novembre 2021 ha ceduto alla Srl, pochi giorni prima del fallimento, i crediti d'imposta per oltre 10 milioni legati al bonus. In seguito, la Srl ha ceduto i crediti a nove imprese, di cui cinque evasori totali, o coinvolte in indagini per reati finanziari, le quali hanno effettuato ulteriori e numerose cessioni a vari soggetti economici nel Centro-Nord Italia. Dalle indagini è emerso che quei crediti erano stati generati e ceduti attestando falsamente sulla piattaforma web messa dell'Agenzia delle Entrate, l'esecuzione di lavori di ristrutturazione su 67 immobili situati a Parma, Rosolina (Rovigo) ed Eraclea (Venezia), identificati con dati catastali progressivi, quindi improbabili e non presenti tranne uno nella banca dati delle unità immobiliari nazionali. Non risultano poi emesse, nei confronti del primo "cedente", fatture per gli interventi di recupero o restauro delle facciate di edifici che nemmeno possedeva o di cui era locatario.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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