Sentenza Gozzini, il ministero della Giustizia invia ispettori
Ieri la sentenza, oggi la precisazione dei giudici del Tribunale di Brescia. Pochi istanti fa la notizia di ispettori del ministero per accertamenti sul caso Gozzini.
Una ulteriore reazione alla sentenza di assoluzione dell'ottantenne bresciano arrivata ieri dalla Corte d'Assise d'appello. Per il pubblico ministero Antonio Gozzini che un anno fa uccise la moglie Cristina Maioli, era da condannare all'ergastolo perché aveva «agito per vendetta». Per la difesa, invece, l'imputato era da assolvere per incapacità di intendere e volere. In mezzo a questi due estremi, la tesi, analoga, del consulente della Procura e del perito di parte, che parlano di «delirio di gelosia».
Ed è proprio sulla scorta di questi pareri che la Corte d'assiste di Brescia, presieduta da Roberto Spanò, ha assolto dall'accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione l'insegnante in pensione. Decisione, come detto, meglio spiegata da una nota diffusa dai giudici bresciani con la quale si spiega come il delirio di gelosia implichi l'infermità mentale.
Nonostante questo, a quanto si apprende da fonti di via Arenula, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha demandato all'Ispettorato accertamenti sul caso dell'uxoricida.
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