Italia e Estero

Segre a Faz, 'Meloni ha capito di aver sbagliato su Fanpage'

La senatrice Liliana Segre in occasione del convegno organizzato da Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (OSCAD) su "Le vittime dell'odio", presso il memoriale della Shoa’ di Milano, 13 Maggio 2024 ANSA / MATTEO BAZZI
La senatrice Liliana Segre in occasione del convegno organizzato da Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (OSCAD) su "Le vittime dell'odio", presso il memoriale della Shoa’ di Milano, 13 Maggio 2024 ANSA / MATTEO BAZZI
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BERLINO, 10 LUG - "Io sono molto contenta che la nostra presidente del Consiglio si sia decisa finalmente ad intervenire. Penso che lei come persona, anche molto intelligente, abbia riconosciuto che la sua prima reazione fosse completamente sbagliata". Lo ha detto Liliana Segre al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz) tornando sull'inchiesta di Fanpage sui giovani del partito Fratelli d'Italia. Al giornalista che ha ricordato che la premier aveva inizialmente attaccato l'inchiesta piuttosto che "il marcio" emerso, Segre risponde: "E poi, a quanto pare, si è resa conto che, indignandosi per l'inchiesta giornalistica in sé e non per il marcio scoperto, aveva dato l'impressione di preferire tenere segreto tutto questo e non toccarlo". Alla domanda se sia rimasta sorpresa dall'antisemitismo emerso dall'inchiesta di Fanpage sull'organizzazione giovanile di Fratelli d'Italia, Segre ha risposto: "Mi ha abbattuto ma non meravigliato. L'antisemitismo negli ultimi decenni è stato sempre latente. La gente si è solo vergognata di mostrarlo. Oggi non si vergognano più. E rattrista sapere che nel caso della Gioventù nazionale si tratti di giovani". A proposito delle contraddizioni che emergono dal partito di Giorgia Meloni, e della stessa leader che ha "toni più moderati" a livello internazionale e poi accenti "più radicali" all'interno del Paese o quando si reca da Vox in Spagna, Segre risponde: "In effetti, alcuni aspetti dell'ambiguità che lei cita saltano agli occhi, soprattutto se si considera lo sviluppo storico. A un certo punto, la destra italiana sotto la guida di Gianfranco Fini ha raggiunto un risultato quasi inimmaginabile e ha condannato il fascismo in modo così netto che le frange più nostalgiche hanno abbandonato il partito. Ma poi Fini è caduto in disgrazia, dando l'impressione di un ritorno al passato". "Non era nulla di ufficiale, ma il messaggio si è diffuso dai vertici del partito fino alla base: dobbiamo presentare un'immagine moderna e rassicurante, ma non rinnegheremo nulla di ciò che siamo stati", continua. "La ricerca di Fanpage ha dimostrato quali siano gli effetti della mancata rottura di questa continuità. Al partito è stato chiesto più volte di dichiarare il proprio impegno nell'antifascismo e di rimuovere il tricolore del Msi dal proprio stemma", aggiunge.

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