Seggi aperti in Sicilia, tra incognita astenuti e paura di brogli
Seggi aperti in Sicilia e 4,5 milioni di elettori al voto per scegliere la guida della Regione e rinnovare il parlamento siciliano. È l'ultima tornata elettorale prima delle Politiche, l'ultimo test a disposizione di partiti e coalizioni per misurarsi su una legge non troppo lontana dal Rosatellum.
In Sicilia la politica italiana si gioca molto e, da lunedì, i risultati del voto delle Regionali saranno strumento privilegiato per chi, nel Pd, nel centrodestra e anche nel M5S, aspiri a cambiare gli equilibri interni.
E' proclamato eletto alla carica di presidente della Regione il capolista della lista regionale che consegue il maggior numero di voti. L'elezione dell'Assemblea regionale avviene con sistema proporzionale con correttivo maggioritario. Dei 70 seggi: 62 sono attribuiti in maniera proporzionale sulla base di liste di candidati concorrenti nei collegi elettorali provinciali; un seggio va al Presidente di Regione; uno al capolista della lista regionale che ottiene una cifra di voti validi immediatamente inferiore a quella conseguita dalla lista regionale risultata più votata; i restanti, fino ad un massimo di 6, ai candidati della lista regionale del Presidente eletto. La soglia di sbarramento per l'assegnazione dei seggi è del 5% per le liste provinciali.
Cinque i candidati in lizza per la carica di presidente della Regione siciliana: Nello Musumeci in corsa per il centrodestra (Fi, Udc, Fdl-Noi con Salvini e autonomisti); Giancarlo Cancelleri, candidato del MoVimento 5 Stelle; per il centrosinistra è in corsa il rettore di Palermo, Fabrizio Micari sostenuto da Pd, Ap, Sicilia Futura, Idv, Arcipelago; per la Sinistra c'è Claudio Fava: ad appoggiarlo è una coalizione formata da Sinistra Italiana, Mdp-Art1, Verdi, Rifondazione comunista e movimenti civici. Infine l'indipendentista Roberto La Rosa, sostenuto dal movimento dei Siciliani Liberi.
Alla chiusura dei seggi (alle 22) gli exit poll daranno le prime risposte. Per lo spoglio, però, si dovrà attendere le 8 di domani e lo scrutinio posticipato non è piaciuto a tutti. «È sbagliato lasciare le urne chiuse per l'intera notte di domenica, non se ne capisce la ragione. Se qualcuno volesse fare il furbo avrebbe maggiori opportunità», attacca Erasmo Palazzotto di Sinistra Italiana laddove ieri, Cancelleri si diceva fiducioso nelle forze dell'ordine, ma sottolineava: «Non capisco il motivo di questa decisione».
Una decisione che, al termine della campagna degli «impresentabili» e di tweet violenti, rischia di gettare altra miccia in un pagliaio già in fiamme. Con la paura di brogli ad aleggiare sulla tornata elettorale e l'astensionismo a fare da ago della bilancia.
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