Sedia negata a von der Leyen: lo sgarbo turco diventa un caso
In diplomazia anche la forma è sostanza. Per questo il «sofagate», com’è stato battezzato sui social, rischia di oscurare i risultati della visita dei leader Ue in Turchia. Da sgarbo di protocollo, sull’onda delle polemiche l’episodio si è trasformato in un vero e proprio incidente diplomatico tutt’altro che trascurabile viste le tensioni fra Ankara e Bruxelles.
E a finire nel mirino non c’è solo il presidente turco Erdogan, che ha fatto accomodare su un divano la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen mentre lui e il presidente del Consiglio Ue Charles Michel prendevano posto su due poltrone con le rispettive bandiere alle spalle. È stato criticato anche Michel, per essersi subito adeguato senza battere ciglio. Un video riprende la scena e l’evidente sorpresa di von der Leyen che, allargando le braccia, non trattiene un mugugno tedesco di disappunto. Poi prende posto sul divano alla destra dei due interlocutori, di fronte a un altro sofà occupato dal ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, e nelle due ore di colloqui non esita a sottolineare che «la Turchia deve rispettare i diritti umani», dicendosi «molto preoccupata dal ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul» contro la violenza sulle donne.
Lo stupore della presidente è stato confermato dal portavoce della Commissione, Eric Mamer, secondo cui von der Leyen ha però «preferito dare priorità alle questioni di sostanza rispetto al protocollo», perché è più importante «far avanzare un processo politico fra l’Ue e la Turchia». È chiara l’attenzione a non aumentare la tensione, ma il portavoce ha precisato che l’esecutivo europeo «si aspetta di essere trattato secondo il protocollo adeguato» e che «saranno presi contatti con tutte le parti coinvolte perché non si ripeta in futuro».
Formalmente, fra i dignitari in trasferta il protocollo europeo dà precedenza al presidente del Consiglio europeo rispetto alla Commissione. Ma c’è un precedente del 16 novembre 2015: in un incontro a margine del G20 presieduto dalla Turchia, entrambi i leader Ue dell’epoca, Juncker e Tusk, vennero fatti accomodare su due poltrone equidistanti ai lati di Erdogan.
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