Se gli uomini facessero la calza, il mondo sarebbe migliore
Sono particolarmente orgogliosa di essere donna, soprattutto nell’ultimo periodo.
Le donne fanno meno incidenti stradali, ammazzano molto meno, abusano pochissimo, commettono un numero irrilevante di attentati terroristici, infrangono la legge assai meno dei maschi, prendono più decisioni in meno tempo, si assumono una quantità molto superiore di responsabilità quotidiane, sanno persino dove sono i medicinali, le mutande e i calzini.
Anche nella Prima guerra mondiale, mentre gli uomini venivano decimati al fronte, le donne seppero rivestire ruoli inediti: guidarono i tram, entrarono in fabbriche dove non avevano mai messo piede, assunsero la piena responsabilità della casa, dei campi, delle stalle e delle altre imprese fino a quel momento gestite da mariti, fratelli e figli grandi partiti con i battaglioni. Insomma, la prova dei fatti l’hanno superata più volte queste donne, no?
Altra stupefacente risorsa femminile è sopravvivere a quella curiosa circostanza per cui se è vittima, lo status non le viene mai pienamente riconosciuto. Prima deve aggiungere al danno l’accusa più o meno velata (mai troppo velata, però) di essere provocatrice, stuzzicante preda, stolta e inconsapevole del proprio carisma che spande attorno come un sasso che fa i cerchi nell’acqua, sostanzialmente colpevole di essere parte lesa. Una bella resistenza, no, queste femmine?
I maschi invece fanno più incidenti stradali, sono a capo di nazioni che giocano a chi ha il missile più lungo, compiono attentati terroristici, fanno più incidenti ma accusano le donne di guidare male, stuprano senza nemmeno rendersi conto che sia uno stupro (dev’essere sul significato di «consenziente» che qualcosa s’ingarbuglia), sono la maggior parte della popolazione carceraria, cucinano poco (ma con gran sfarzo), per un buon numero non hanno dimestichezza con le pratiche igieniche domestiche, non trovano i calzini, i medicinali e le mutande. Insomma, a me che oggi ho il botto d’orgoglio d’essere donna, una domanda viene: capite, uomini, che se voi steste a casa a fare la maglia vivremmo in un mondo complessivamente migliore?
Ah, calma, prima che mettiate mano alla clava, ponetevi la domanda: «Non è che sia una provocazione?»
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