Scontro tra Tornado: uno dei piloti non doveva essere sul volo
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Alessandro Dotto, uno dei quattro piloti morti nello scontro fra due Tornado avvenuto nei cieli di Ascoli Piceno il 19 agosto 2014, non doveva trovarsi su quel volo: quella mattina aveva sostituito un collega indisposto. È quanto emerso oggi, all'indomani delle prime notizie sugli esiti della perizia consegnata alla procura di Ascoli Piceno.
È sulla base militare dell'Aeronautica di Ghedi e su chi al suo interno ha organizzato e assistito la missione
aerea che punta l'indice la consulenza dei comandanti Giuliano Currado e Mario Pica, che hanno consegnato nello scorso luglio le loro conclusioni, messe ora disposizione delle parti.
L'inchiesta è dunque prossima ad una svolta, e a questo punto - secondo quanto si apprende oggi in ambienti giudiziari - esclude una responsabilità diretta da parte dei quattro piloti deceduti, i capitani Mariangela Valentini, Alessandro Dotto, Giuseppe Palminteri e Paolo Franzese. I due velivoli, dicono i periti, si sono trovati a transitare erroneamente nello stesso punto e nello stesso momento per «carenze organizzative» nella pianificazione e nell'assistenza al volo, e non per un errore dei piloti Valentini e Dotto, alla guida rispettivamente di Freccia 21 e Freccia 11.
La procura ascolana in questi 13 mesi di indagini ha acquisito una copiosa documentazione riguardante le
conversazioni telefoniche avvenute prima, durante e dopo la missione finita in tragedia, e tutti i tracciati dei radar
militari e civili che hanno seguito il volo dei due Tornado. I periti hanno incrociato questi dati con quelli contenuti nelle due scatole nere e di uno dei due dispositivi di registrazione video sonora (l'altro non è mai stato ritrovato). Non ci sarebbero state comunicazioni durante il volo con i piloti, che dunque non sarebbero stati a conoscenza ciascuno della posizione dell'altro aereo, volando soltanto a vista, anche perché vi sarebbero state anomalie nella strumentazione dei due velivoli. I Tornado si sono scontrati sopra le colline di Ascoli Piceno, all'altezza della frazione di Venarotta, dopo aver sorvolato (almeno uno dei due) la città.
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