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Scontri in Colombia, sale a 47mila il numero di profughi in fuga

epa11846080 A soldier stands guard in front of the Tibu Municipal Hall in Tibu, Colombia, 22 January 2025. The streets of Tibu, an oil town in the Colombian department of Norte de Santander, have once again become the scene of the exodus of thousands of people seeking refuge from the violence between the guerrilla group of the National Liberation Army (ELN) and one of the dissident groups of FARC. EPA/MARIO CAICEDO
epa11846080 A soldier stands guard in front of the Tibu Municipal Hall in Tibu, Colombia, 22 January 2025. The streets of Tibu, an oil town in the Colombian department of Norte de Santander, have once again become the scene of the exodus of thousands of people seeking refuge from the violence between the guerrilla group of the National Liberation Army (ELN) and one of the dissident groups of FARC. EPA/MARIO CAICEDO
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BOGOTÀ, 27 GEN - Oltre 47mila persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case in Colombia a causa dell'offensiva lanciata la scorsa settimana dai guerriglieri dell'Esercito di liberazione nazionale (Eln) contro i dissidenti delle disciolte Forze armate rivoluzionarie di Colombia (Farc) nella regione di Catatumbo. Lo riferisce su X il ministero della Difesa colombiano aggiornando il tragico bilancio di quello che viene già considerato il peggior esodo di profughi dal 1997. La Difesa informa inoltre di portare avanti "numerose operazioni militari per permettere un rapido ritorno delle persone nelle loro case". Ai profughi - secondo l'ufficio del difensore pubblico - si aggiungono le oltre 23mila persone confinate nelle proprie abitazioni a causa degli scontri nell'area rurale tra i dipartimenti di Norte de Santander (nord-est) e Cesar (nord) al confine con il Venezuela. Il governo ha già decretato lo stato di emergenza per "agitazione interna" nella regione per poter garantire risorse straordinarie che "consentano alle autorità di ripristinare l'ordine pubblico". Sul fronte del conflitto, mentre i militanti dell'Eln hanno annunciato di continuare la "guerra di liberazione" portata avanti contro gli ex Farc, il leader dei dissidenti del 'Fronte 33', Javier Alfonso Velosa Garcia, ha inviato una lettera al presidente Gustavo Petro annunciando di non voler combattere contro i guerriglieri e chiedendo un cessate il fuoco con il governo per avviare un negoziato di pace.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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