Scontri a Roma, assaltato anche un pronto soccorso
Avrebbe rifiutato di sottoporsi al tampone anti-covid il manifestante trasportato al pronto soccorso del policlinico Umberto I assaltato nella notte. A quanto reso noto dalla Questura, arrivato in ospedale «il manifestante no vax si è rifiutato con modi violenti di essere sottoposto al triage e alle misure previste per il contenimento del Covid -19».
È stato posto in isolamento, in quanto persona non vaccinata. «Nel frattempo - prosegue la Questura - all'esterno dell'ospedale si sono adunati alcuni parenti e amici, i quali hanno iniziato ad inveire verbalmente contro il personale sanitario, aizzati dallo stesso manifestante».«Grazie anche alla presenza di personale di polizia - prosegue la nota della Questura - il gruppo è stato allontanato in compagnia dello stesso manifestante. Gli infermieri aggrediti, una donna ha preso una bottigliata in testa, hanno manifestato la volontà di esporre denuncia nei confronti del manifestante».
Sono entrati nell'area dedicata ai pazienti più critici i responsabili dell'assalto al pronto soccorso. «Il primo manifestante, che in quel momento non era in stato di fermo, è arrivato in forte stato di agitazione ieri sera intorno alle 23.30 ed è stato fatto entrare - spiega il primario del Dea Francesco Pugliese - . Dopo pochi minti primi sono arrivati i primi manifestanti al seguito che si sono radunati davanti l'ingresso e poi hanno chiamato a raccolta gli altri. In circa 30 hanno forzato la porta d'ingresso e sono entrati nell'area dedicata ai pazienti più critici impedendo l'accesso a eventuali altri pazienti gravi. Tutto il resto del pronto soccorso è stato letteralmente sigillato e chiuso l'accesso. La normalità è arrivata intorno alle 4, dopo l'intervento delle forze dell'ordine». «L'attività del pronto soccorso non è stata mai interrotta» dice il primario. L'azienda ospedaliera ha già presentato una prima denuncia per l'accaduto.
Le reazioni
«Sta montando un clima che non può essere accettato in nessuna maniera, un attacco alla democrazia e anche a coloro come i medici che garantiscono il diritto alla salute. Ci sentiamo sotto attacco perché siamo coloro che credono nei vaccini come strumento che nel tempo ha evitato milioni di morti e oggi pensano sia lo strumento per uscire dalla pandemia». Così all'Ansa il presidente Fnomceo, Filippo Anelli, sull'assalto al Pronto soccorso a Roma. «Chi non crede ai vaccini ha la libertà di non farlo, ma lasciate stare i medici che hanno già pagato un prezzo molto alto con 364 morti».
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