Scontri a Cremona, condannato autonomo bresciano
A gennaio il gup del tribunale di Cremona, Pierpaolo Beluzzi, aveva condannato quattro autonomi a quattro anni di reclusione ciascuno per il reato di devastazione durante il corteo nazionale antifascista del 24 gennaio 2015 a Cremona.
Oggi, nel processo a carico di altri tre autonomi accusati degli stessi fatti, il gup Christian Colombo ha riqualificato il fatto in «resistenza a pubblico ufficiale» e «danneggiamento» e ha condannato così il siciliano Marco Giovanni Codraro a nove mesi e 26 giorni di reclusione (pena sospesa) e il bresciano Samuele Tonin a dieci mesi e tre giorni di reclusione.
Quest'ultimo non ha beneficiato della sospensione della pena e resta ai domiciliari. Per entrambi il pm Lisa Saccaro aveva chiesto quattro anni di reclusione per devastazione.
È stato assolto il cremonese Filippo Esposti che è tornato in libertà e non ha più l'obbligo di dimora.
Secondo l'accusa, Esposti era l'autonomo che andò ad acquistare caschi neri integrali, zaini e giubbotti indossati dai black bloc e per lui il pm aveva chiesto 5 anni e 4 mesi.
Il solo Tonin, che per l'accusa aveva partecipato all'assalto del comando della polizia municipale di Cremona, è stato condannato a risarcire i danni al Comune da quantificarsi nel separato giudizio civile.
Rigettate infine le richieste di risarcimento danni avanzate dagli avvocati di due agenzie immobiliari danneggiate durante la guerriglia.
Il giudice Colombo si è preso 90 giorni per depositare le motivazioni della sentenza.
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