Sanità e tangenti, «Non preoccuparti, per loro tutto è arabo»
Si sentivano onnipotenti. Lo dimostra una delle tante intercettazioni agli atti dell’inchiesta che ha provocato un nuovo terremoto nella sanità lombarda.
“Non preoccuparti di nulla, comunque vadano le cose non troveranno nulla di storto. Non conoscono la materia, per loro tutto è arabo” dice al telefono una delle 21 persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare.
La Procura di Monza ha scoperto un giro di appalti pilotati per la fornitura di attrezzature odontoiatriche destinate a strutture pubbliche . Un volume d’affari che sfiora i 400 milioni di euro, dal 2014 ad oggi. E in cella è finito anche il leghista Fabio Rizzi, braccio destro di Roberto Maroni e padre della recente riforma sanitaria. Il Governatore in aula è intervenuto sull’inchiesta.
"Regione Lombardia in questa vicenda è parte offesa e si costituirà parte civile. Siamo pronti a fare tutto quello che serve per fare piena luce. Se qualcuno ha sbagliato, risponderà pienamente di ciò che ha fatto" ha detto Maroni che ha poi annunciato la nomina di una commissione ispettiva. Mentre dai banchi dell’opposizione vengono chieste le dimissioni dello stesso Maroni. Stando alle carte dell’inchiesta il pallino del giro di appalti era nelle mani dell’imprenditrice Maria Paola Canegrati, capace di pilotare appalti grazie alla corruzione di funzionari pubblici e del duo Rizzi-Longo. Al leghista, presidente della commissione Sanità, avrebbe anche pagato la campagna elettorale per le elezioni lombarde. E l’inchiesta tocca anche la provincia bresciana con riferimento a strutture sanitarie di Leno, Esine, Salò, Iseo, Orzinuovi.
Oltre al fatto che un arrestato finito ai domiciliari, il funzionario pubblico, Piercarlo Marchetti, è residente a Padenghe del Garda dove ha sede anche la MTL Events s.r.l., una società coinvolta, e dove vengono anche emesse due fatture false da 25mila euro: per gli inquirenti sono la mazzetta per Longo e Rizzi.
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