Italia e Estero

Sanità, appalti truccati per un giro d'affari di 400 milioni

Scoppia lo scandalo delle tangenti sugli appalti per le forniture odontoiatriche in Lombardia, arrestato il braccio destro di Maroni
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Scoppia lo scandalo delle tangenti sugli appalti per le forniture odontoiatriche in Lombardia. Arrestate ventuno persone per per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbata libertà degli incanti e riciclaggio.

L’indagine «Smile» ha consentito di ricostruire come un gruppo imprenditoriale abbia turbato in proprio favore l’aggiudicazione di una serie di appalti pubblici - banditi da diverse Aziende Ospedaliere per la gestione, in outsourcing, di servizi odontoiatrici - corrompendo i funzionari preposti alla gestione delle gare. Per un giro d’affari stimato, dal 2004 a oggi, di 400 milioni di euro

Le ordinanze sono state eseguite nelle province di Milano, Brescia, Monza e Brianza, Como, Varese, Bergamo e Palermo. 

Tra gli arrestati c’è anche Fabio Rizzi, consigliere leghista della Regione Lombardia e presidente della commissione Sanità e braccio destro del governatore Roberto Maroni. 

Le indagini avrebbero fatto emergere un sistema caratterizzato «non solo dalla violazione dei principi cardine di trasparenza, imparzialità, legalità, indispensabili per una buona amministrazione pubblica», ma anche «l’erogazione di servizi scadenti con ricadute, di natura economica e non, sia sugli enti pubblici che sui pazienti». 

Al centro dell’indagine, l’imprenditrice e medico Maria Paola Canegrati. La sua società «Odontoquality», con sede ad Arcore, avrebbe consolidato «una posizione di sostanziale monopolio» che vinceva «la quasi totalità degli appalti». 

L’indagine va contestualizzata nella riforma della sanità lombarda che, all’inizio degli anni Duemila, aveva portato all’ingresso dei privati, in ambito odontoiatrico, negli ospedali. 

Lo scopo dichiarato era quello di abbassare le tariffe delle cure dentali rispetto agli ambulatori privati. 

Per aver favorito la società Odontoquality, controllata dalla dottoressa Maria Paola Canegrati, arrestata oggi insieme a loro, il consigliere del Pirellone Fabio Rizzi e l’imprenditore Mario Valentino Longo avrebbero ricevuto come «remunerazione» il finanziamento della campagna elettorale del politico per le regionali del 2003, una tangente da 50mila euro (pagata in contanti con l’intermediazione di un soggetto accusato di riciclaggio) e una serie di finte consulenze per 500 euro fatturate dalla moglie di Logno, finita ai domiciliari.

Inoltre, stando a fonti investigative, sarebbe stata creata a loro favore una società che si occupa di ambulatori odontoiatrici in strutture sanitarie private, le cui quote sarebbero state intestate alla stessa Canegrati e, per interposta persona, a Longo e Rizzi. 

La Procura di Monza ha disposto il sequestro della somma di 50mila euro a carico, in solido, di Longo e Rizzi e di 38mila euro a carico del solo Longo, quale profitto della presunta corruzione. 

Il presidente della Regione, Roberto Maroni, ha subito convocato i capigruppo di maggioranza e il presidente del Consiglio Regionale, Raffaele Cattaneo, che a sua volta aveva riunito i capigruppo. «Per quanto mi riguarda - ha detto Cattaneo - questa giunta ha la responsabilità  e il dovere di andare avanti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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