Sanchez, è il momento dell'unità, poi verranno le responsabilità
VALENCIA, 02 NOV - "Ci sarà il tempo di guardare indietro e appurare le responsabilità, come è avvenuto dopo la pandemia di Covid 19. Ma ora è necessario orientare gli sforzi al colossale compito che abbiamo davanti, mantenere il nostro Paese unito nell'avversità e nella solidarietà". E' l'appello lanciato dal premier spagnolo Pedro Sanchez dal Palazzo della Moncloa nella gravissima crisi provocata dall'alluvione che ha causato finora 211 morti e un numero indefinito di dispersi. "In questo momento centinaia di persone stanno cercando i loro familiari dispersi e decine di famiglie stanno piangendo i loro cari defunti. A tutti loro va il nostro profondo affetto", ha detto Sanchez che, come all'inizio della crisi, ha assicurato che "il governo spagnolo mobiliterà tutte le risorse necessarie per tutto il tempo che ci vorrà per superare questa tragica situazione". Il premier ha invitato a "lasciare da parte i contrasti" per il momento, in riferimento alle polemiche sui ritardi nei soccorsi e, prima, nel rilanciare l'allerta rossa alla popolazione della Dana in arrivo dopo le critiche riversate sul governo regionale guidato da Carlos Mazon, del Partito Popolare, in coalizione con il partito ultraconservatore Vox, negazionista del cambiamento climatico. "Non si tratta ora del fatto che l'amministrazione dello Stato sostituisca l'amministrazione regionale", ha detto il capo del governo. "Ora bisogna sostenere l'amministrazione regionale con risorse e altro". Sanchez ha spiegato che l'esecutivo sta operando su 5 priorità, la prima delle quali "è salvare vite". E ha fatto sapere che nelle ultime 48 ore sono stati mobilitati a Valencia oltre 2.500 militari, 1.800 agenti di polizia e 2.700 agenti della guardia civile, assieme a gruppi di salvataggio specializzati in attività sub "per soccorrere i sopravvissuti, garantire la sicurezza e ristabilire la normalità nelle strade". Nei soccorsi sono impegnati 400 veicoli specializzati, 30 elicotteri e una cinquantina di droni e imbarcazioni, che hanno realizzato 4.800 salvataggi, soccorso 30mila persone in case, su strada e in veicoli inondati. Mezzi tuttavia insufficienti di fronte alle dimensioni della catastrofe e per far arrivare ovunque gli aiuti e soccorrere tutti "nelle case e nei garage ancora bloccati dalle inondazioni". Per cui, il governo "procederà immediatamente" all'invio di altri 5.000 soldati dell'esercito richiesti dal governatore Mazòn. E di "una nave anfibia della Marina militare dotata di sale operatorie e una flotta di veicoli in appoggio che arriveranno nelle prossime ore al porto di Valencia". Assieme ad altri 5.000 agenti delle forze di sicurezza, che in totale raggiungeranno le 10.000 unità. Il premier ha infine ribadito di aver detto sin dal primo momento al governo regionale di Valencia che "se ha bisogno di più uomini, mezzi, finanziamenti o consulenza tecnica non ha che da chiederlo".
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