Rsa e commissariamento: Lombardia al centro delle polemiche
C'è un «fuoco incrociato» nei confronti della Lombardia, che si trova al centro delle polemiche per la gestione dell'emergenza coronavirus. A parlare di «attacco» è il governatore Attilio Fontana, nel giorno in cui il viceministro dell'Interno, e capo politico dei 5 stelle Vito Crimi, ha aperto alla possibilità di chiedere, non oggi, ma in futuro, il commissariamento della Regione che ha avuto il più alto numero di contagiati: 66.236.
«Se ci riferiamo alla politica, alla Regione, il mio giudizio è estremamente negativo - ha detto Crimi - troppe cose non hanno funzionato». Ma il fronte della polemica oltre che con M5S si apre anche col segretario Pd, Nicola Zingaretti, in veste di governatore del Lazio, sulla gestione delle Rsa.
«Avrei pensato che ci sarebbe stato un po’ più di buon gusto, aspettare almeno fino alla fine della tempesta», osserva Fontana convinto che si cerchi «di attaccare l'organizzazione lombarda. C'è un attacco nei miei confronti in quanto rappresentante di una certa parte politica. Si sta facendo quel fuoco incrociato - aggiunge - che è sempre stato fatto quando al governo c'era un rappresentante del centrodestra». E la dimostrazione, per il presidente lombardo, sta nel fatto che una delibera simile a quella della Lombardia sulle Rsa «era stata presa dal Lazio. Ma al governatore del Lazio non è stato fatto alcun tipo di contestazione».
Un'osservazione, quella di Fontana, che non è andata giù alla Regione guidata da Nicola Zingaretti, che a stretto giro di posta ha ribadito che non c'è stata «nessuna promiscuità tra positivi e negativi» nelle sue Rsa, «nessuna facilità nel contagio, nessun caso Lombardia nel Lazio. Anzi l'opposto di quanto sembra essere stato fatto in Lombardia». «Fontana non si permetta di mistificare, nel Lazio - aggiunge l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato - si sono create Rsa esclusivamente Covid per pazienti positivi che secondo le indicazioni cliniche non necessitano di ricovero ospedaliero. Lunedì ne apriremo una interamente pubblica a Genzano di Roma».
Di certo la questione residenze per anziani in Lombardia resta calda con diverse inchieste in corso. E sono iniziati i controlli con i tamponi nelle 84 case di riposo nel Bresciano e dai primi risultati due ospiti su cinque sono positivi al coronavirus. Per ora le analisi sono state fatte a macchia di leopardo, i tamponi finora analizzati sono 4.518. Di questi 2.746 hanno riguardato i pazienti (che in tutto sono 6900) e 1.24 sono risultati positivi, ovvero il 37%. Gli altri 1.772 tamponi sono invece stati fatti ai lavoratori delle rsa, di questi 315, il 18%, è risultato positivo.
Nelle Rsa per Walter Ricciardi, membro del comitato esecutivo dell'Oms e consulente del ministro della Salute, «c'è stata una tempesta perfetta», con «persone particolarmente vulnerabili in un ambiente chiuso e con personale scarso e non adeguatamente preparato». Senza entrare nel merito di casi particolari, Ricciardi rileva che «se fossero stati trasferiti in maniera incontrollata dei pazienti infetti in residenze di questo tipo», «non sarebbe certamente una cosa da dimenticare».
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