Roma 2024: il no di Virginia Raggi, l'ira di Giovanni Malagò
Doveva essere un no e così è stato. Nessuna apertura alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, anzi. A preannunciare che non ci sarà nessun colpo di scena o
dietrofront, nemmeno parziale, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, lasciato in anticamera per 40 minuti, fino alla decisione del numero uno dello sport italiano di abbandonare Palazzo Senatorio. Le Olimpiadi, dunque, a Roma, non si faranno.
«Sarebbe da irresponsabili dire sì a questa candidatura», esordisce senza giri di parole il sindaco Virginia Raggi, che sceglie l'immagine delle vele di Calatrava, a Tor Vergata, opera incompiuta dai Mondiali di nuoto del 2009. «Lo abbiamo detto con forza a giugno del 2015, in aula Giulio Cesare, lo abbiamo ribadito in campagna elettorale - ha aggiunto -. Non abbiamo mai cambiato idea, anzi l'abbiamo rafforzata, non ipotechiamo il futuro di Roma e dell'Italia». Partono gli applausi dei consiglieri presenti in sala insieme a una parte della Giunta. Assenti l'assessore all'Urbanistica Paolo Berdini, e il presidente dell'Assemblea capitolina, Marcello De Vito. Alla sinistra della Raggi c'è il vice, Daniele Frongia.
Prima la "buca" del mancato incontro in Campidoglio, poi lo "schiaffo" dell'affossamento dell'idea olimpica: è il giorno più nero per il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che dopo l'annuncio di Virginia Raggi non alza bandiera bianca su Roma 2024. E contrattacca. «Meritavamo più rispetto, ho sentito tante falsità figlie della demagogia e del populismo: ora Comune e Giunta si assumeranno le responsabilità delle loro scelte».
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