Rogo in Siberia: 64 morti. Forse il gioco di un bimbo la causa
Sembra essere ormai definitivo il numero delle vittime dell'incendio scoppiato ieri in un centro commerciale di Kemerovo, in Siberia: 64 vite spezzate, oltre 40 delle quali sono bambini. Testimoni hanno raccontato di sistemi antincendio che non si sarebbero attivati e della mancanza di allarmi, mentre sui social network circola la voce che alcune porte antincendio «fossero chiuse».
Per la strage, il Comitato Investigativo russo ha ordinato il fermo di quattro persone. Tra questi figura il locatario del negozio da dove pare sia divampato il fuoco. Gli inquirenti, stando ai media russi, starebbero anche cercando di interrogare il proprietario del centro commerciale. Lo stesso Comitato ha iniziato a raccogliere «materiale genetico dai parenti delle vittime» per identificare i corpi delle persone decedute: in molti casi, infatti, il ricorso al Dna potrebbe essere la sola via per l'identificazione certa dei resti carbonizzati.
Frattanto si susseguono le ipotesi investigative: secondo la versione resa da Vladimir Chernov, un vice governatore della regione di Kemerovo, l'incendio potrebbe essere stato provocato da un bambino che aveva con sé un accendino: lo riporta il New York Times online.
Nella città siberiana e non solo molti volontari si sono presentati per donare sangue - tanti sono infatti anche i feriti e gli ustionati - al punto che fuori dai centri di raccolta si sono formate lunghe file di persone in attesa del loro turno.
Oltre 60 psicologi stanno assistendo i familiari delle persone ferite, morte o ancora disperse in seguito all'incendio del centro commerciale Zimnyaya Vishnya (Ciliegia invernale) di Kemerovo, in Siberia. Lo riferisce il ministero russo delle Situazione di Emergenza, secondo cui è stata finora fornita assistenza psicologica a oltre 70 persone.
Sul luogo della tragedia, dove prosegue il lavoro di spegnimento e bonifica dei pompieri, molti hanno portato fiori e peluche in omaggio alle vittime della strage.
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