Ritrovato il sottomarino di Bali: è spezzato in tre
Tre tronconi smembrati a 850 metri di profondità. È tutto quello che resta del sottomarino indonesiano scomparso dai radar mercoledì 100 chilometri a nord di Bali e individuato ieri mattina da un mezzo di soccorso subacqueo inviato da Singapore. Nessun superstite, come si temeva, tra i 53 membri dell'equipaggio che erano a bordo del KRI Nanggala 402 di fabbricazione tedesca in dotazione alla marina di Giacarta, affondato per cause ancora tutte da chiarire mentre era impegnato in un'esercitazione.
«Con profonda tristezza posso dire che tutti i 53 membri del personale a bordo sono morti», ha detto il comandante dell'esercito indonesiano Hadi Tjahjanto ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa con il capo di Stato maggiore della Marina Yudo Margono, che ha dato i dettagli del ritrovamento.
«Il KRI Nanggala è diviso in tre parti, lo scafo, la poppa e le parti principali sono tutte separate. La parte principale è incrinata», ha detto mostrando le immagini del relitto. È stato forse un guasto del sistema elettrico a impedire le manovre di riemersione, ma quello che è certo è che una volta precipitato oltre i 300-400 metri di profondità che era in grado di sopportare, la pressione dell'acqua lo ha squarciato.
«Gli scafi dei sottomarini sono pressurizzati ma quando vengono perforati, l'acqua penetra all'interno. Riuscite a immaginare l'effetto sulle persone investite dall'acqua a tale pressione?» Dalle poche parole di Wisnu Wardhana, esperto dell'Indonesian Institute of Technology Sepuluh Nopember, si intuisce la tragedia che si è consumata in pochi minuti, quando il mezzo si è inabissato e quanto sia stata vana la corsa contro il tempo dei mezzi di soccorso che poche ore dopo la scomparsa hanno cominciato a perlustrare il tratto di mare dove era stato visto per l'ultima volta.
Navi da guerra, aerei, elicotteri indonesiani, ma anche americani, australiani, malesi, indiani, da Singapore sono stati impegnati per giorni nel tentativo di fermare l'orologio che alle tre del mattino di ieri avrebbe segnato la fine dell'ossigeno nel sottomarino. Ma per il sottomarino in mare da 40 anni anni che il restyling in Corea del Sud tra il 2009 e il 2012 non è riuscito a svecchiare il dramma si era già compiuto. Rimane qualche oggetto. Un'ancora, giubbotti di salvataggio che si aggiungono al tappetino per la preghiera e a una bottiglia di grasso per telescopio recuperati ieri. E le condoglianze ai parenti del presidente Joko Widodo che ha descritto le vittime come i «migliori patrioti dell'Indonesia».
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