Ritorno in Emilia dopo l'alluvione: Sant’Agata ancora in ginocchio
Sant’Agata sul Santerno è ancora un paese in ginocchio. A tre settimane dalla devastante alluvione che ha colpito la Romagna, questo piccolo borgo di duemila e novecento anime in provincia di Ravenna stenta a risollevarsi dopo la piena che lo ha investito la notte tra il 16 e il 17 maggio. Le scuole sono ancora tutte chiuse, gli edifici pubblici impraticabili e le attività produttive ferme, con i negozi di vicinato sull’orlo del fallimento.
In coda per gli indennizzi
Alla scuola media, dove nel frattempo sono stati allestiti gli uffici comunali a causa dell’inagibilità del municipio, devastato dalla violenza delle acque, da ieri mattina molte famiglie sono in coda per chiedere gli indennizzi alla regione Emilia-Romagna, che ha previsto fino a 5mila euro di rimborso per chi ha subito danni alla propria abitazione.
«Purtroppo - spiega Enea Emiliani, il sindaco di Sant’Agata - la situazione è ancora molto precaria e ci troviamo ad affrontare il post emergenza, in cui la vita ordinaria è ricominciata, ma in una condizione di assoluta precarietà. Alla Protezione civile di Brescia e della Lombardia si è unita quella del Lazio per la pulizia di strade e abitazioni. Defluita l’acqua è rimasto tanto fango da rimuovere».

A scuola
Lunedì scorso i bimbi della scuola dell’infanzia, così come gli alunni di elementari e medie, hanno ricominciato le lezioni ospitati negli istituti scolastici di Massa Lombarda e altri paesi limitrofi. Almeno per loro, per l’ultima settimana di scuola, che in Emilia-Romagna si conclude oggi, il rientro in classe ha rappresentato un momento di ritorno a quella normalità svanita venti giorni fa, quando in poco meno di dieci minuti la forza distruttrice del fiume Santerno ha portato via i ricordi di tutta una vita.
I negozi
Chi fatica a rialzarsi sono, invece, le attività produttive. «Diversi esercenti - continua il sindaco - mi hanno detto che non riapriranno. Chi ha avuto il bar distrutto o il negozio di vicinato, magari dopo aver fatto investimenti, oggi è molto scoraggiato. C’è una forte situazione di sofferenza e si attendono i provvedimenti del governo, dei quali ancora non si sa nulla. In questo momento - conclude il primo cittadino - c’è solo tanta speranza di essere accompagnati in una possibile ripresa».
Gli edifici pubblici

Non meno problematica è la situazione degli edifici pubblici. Oltre alle scuole, gravi danni hanno subito il municipio, rimasto per oltre trenta ore con un metro e mezzo d’acqua al piano terra, sede dell’anagrafe e dell’ufficio relazioni con il pubblico, e la biblioteca comunale. Oltre alla documentazione, con l’intero archivio storico degli atti civili andato distrutto, è andato perso quasi totalmente il patrimonio librario della biblioteca composto da oltre 16mila volumi.
Neanche il parco Vatrenus, nome latino del Santerno, che si trova proprio a ridosso del fiume, è stato risparmiato. Oggi, nonostante il lavoro delle pompe idrauliche, è un acquitrino, abitato da uccelli acquatici e zanzare. «Un parco - racconta Elisa Sgaravato, assessore all’Ambiente del comune - che abbiamo cominciato a rinverdire con alberi già nel 2015, abbiamo aggiunto le attrezzature per i bambini e per i ragazzi che vogliono fare sport. Nonostante il pompaggio dell’acqua, restituita al fiume, purtroppo - conclude l’assessore - oggi questo parco è una distesa di fango che speriamo di riuscire a bonifica presto».
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