Italia e Estero

Ricoveri scendono in picchiata, vertice per progettare la Fase 2

Calati del 90% in una sola settimana: il contenimento «tiene». Cosa riaprire e in che modo: oggi l'incontro tra governo e comitato scientifico
La consegna di mascherine a privati cittadini: saranno fondamentali per la Fase 2
La consegna di mascherine a privati cittadini: saranno fondamentali per la Fase 2
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I ricoveri dei nuovi malati per coronavirus calano del 90% in una settimana e il governo comincia ad affrontare concretamente il nodo di come ripartire dopo un mese di lockdown: quali attività produttive riaprire e con che modalità, test sierologici su larga scala, differenziazione delle misure di contenimento per fasce d’età e per aree geografiche, utilizzo di mascherine laddove non è possibile il distanziamento sociale.

Il primo step della Fase 2 è il vertice convocato per oggi alle 15 dal premier Giuseppe Conte con alcuni ministri e il Comitato tecnico scientifico. Un appuntamento cruciale per avere quelle indicazioni che poi la politica dovrà tradurre in misure concrete. I numeri - se si manterranno nel trend attuale - dicono infatti due cose: la prima è che il contenimento tiene, con la diffusione del virus che sembra anzi rallentare. I dati positivi sono da rintracciare nel calo, per il terzo giorno consecutivo, dei malati ricoverati in terapia intensiva - ieri 79 in meno - e nel drastico calo dei nuovi ricoveri nell’ultima settimana.

Ad una settimana dalla scadenza delle misure prevista per il 13 aprile, si va dunque verso piccole riaperture parziali, non certo verso un ritorno all’Italia precoronavirus. Ma con quali modalità? L’Oms ha fatto sapere che fornirà nei prossimi giorni «parametri precisi» per la Fase 2 e l’indicazione che arriva dal Comitato tecnico scientifico è chiara: bisogna contemperare l’esigenza di continuare a contenere il virus con quella di ridare un minimo di respiro ad un’economia che rischia il default.

Sspetterà a Conte e al governo trovare il «punto di equilibrio» coinvolgendo, come è già successo per i decreti precedenti, le Regioni e anche l’opposizione. In concreto, è molto probabile che a partire dal martedì subito dopo Pasquetta, si procederà per gradi. Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, ha già fatto sapere che serviranno ancora «pochi giorni» per validare i test sierologici da utilizzare su larga scala, uno strumento che consentirà di mappare gli immunizzati, dunque chi in teoria può tornare ad uscire senza essere un pericolo per sé e per gli altri.

È probabile, inoltre, che si procederà ad individuare altri due criteri per decidere dove consentire qualche riapertura: quello delle aree geografiche, privilegiando quelle a minor diffusione, e quello dell’età, ovviamente proteggendo e tenendo a casa gli anziani e le persone più fragili. Scontato, inoltre, l’utilizzo di mascherine nei luoghi dove non sarà possibile mantenere il distanziamento sociale. Certo è che, anche in caso di riaperture, ci saranno misure rigide e controlli nei ponti di 25 aprile e 1° maggio.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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