Riapertura tra Regioni: «Martedì o mercoledì dati per decidere»
«Martedì o mercoledì ci saranno i dati per metterci nelle condizioni, e mettere nelle condizioni i presidenti di Regione, di decidere se ci sarà l'apertura o meno. Usiamo la matematica, tiriamo la riga e in funzione di quella apriamo gli spostamenti tra tutte le Regioni o ritardiamone qualcuna». A dichiararlo è stato il viceministro dell'Interno Matteo Mauri, ospite di Skytg24 a proposito degli spostamenti di persone tra regioni in Italia dopo la chiusura imposta dall'emergenza coronavirus.
Mauri ha chiarito che «bisogna gestire bene il passaggio di spostamento tra Regioni perché, siccome le Regioni hanno più titolarità rispetto al passato, adesso bisogna evitare che ci sia troppa disomogeneità tra regione e regione. Su questo lo Stato può lavorare», ricordando che «ci sono 21 dati su cui si può assestare una risposta oggettiva nell'apertura o nella non apertura di alcune Regioni. Bisogna evitare che una Regione dica che si può uscire ed entrare da quel territorio senza che quella accanto sia d'accordo».
«Siamo ancora in una fase molto pericolosa e per questo chiediamo responsabilità ai cittadini. Perché è vero che adesso si può uscire, ma bisogna mantenere il distanziamento e indossare la mascherina e alcuni, in particolare i più giovani, non sembrano essere molto sensibili al rispetto di queste indicazioni. Quindi è sopratutto a loro che chiediamo grande cautela, perché purtroppo a tornare indietro non ci si mette niente». Parole che seguono di poche ore delle della ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, che pure aveva chiesto prudenza dopo i casi di assembramento registrati nel corso delle serate della movida: «Dopo tanto tempo in casa, i giovani hanno perso quelli che sono i limiti che finora si erano dati», aveva ammesso, augurandosi però un rapido ritorno «al senso di responsabilità» perché «dobbiamo stare attenti più che mai».Quanto agli appelli degli scienziati che chiedono analogamente prudenza, il viceministro è stato chiaro: «Sarebbe sbagliato non ascoltare la scienza, sarebbe sbagliato fare solo quello che gli scienziati dicono. In questo momento la politica e le istituzioni devono appoggiarsi agli scienziati perchè nessuno nasce imparato, però poi la politica si deve assumere delle responsabilità perchè deve dare delle risposte complessive e nell'interesse generale. Deve provare a tenere insieme sicurezza sanitaria ed economica e di conseguenza deve gestire queste due cose, insieme alle libertà personali, cercando di dare delle risposte che siano esaustive e che vadano incontro alle necessità senza esporci a rischi eccessivi».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato