Riace può riavere lo Sprar, il Tar dà ragione a Lucano
Riace potrà rientrare nel circuito dei paesi Sprar. A deciderlo sono stati i giudici del Tar della Calabria - sezione di Reggio - che hanno accolto il ricorso presentato dal vicesindaco contro l’esclusione decretata dal Viminale. Un giudizio accolto con un misto di soddisfazione e di amarezza da Mimmo Lucano, il sindaco sospeso di Riace, che del modello di integrazione portato avanti nel paesino della Locride è il padre.
«Sono contento - il suo primo commento -. Ero fiducioso perché ho capito che stavano facendo una forzatura, anche dal punto di vista amministrativo». Però, ha aggiunto «era tutto prestabilito, bisognava raggiungere l’obiettivo di azzerare Riace e allora è stato un tiro incrociato. Da noi sono stati tutti trasferiti e adesso il Tar dice che abbiamo ragione ma intanto lo Sprar di Riace è stato azzerato». Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, si limita invece a ribadire che «noi andiamo avanti, tenendo i porti chiusi, salvando vite, espellendo i delinquenti che aggrediscono, spacciano e stuprano». E «se mi danno forza - ha aggiunto - i porti oltre che in Italia li chiudo anche in Europa».
A portare i giudici del Tar a decidere in favore del Comune, la constatazione che il ministero dell’Interno non ha contestato le irregolarità rilevate, né ha concesso all’Ente, così come avrebbe dovuto, un termine per risolvere eventuali problemi.
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