Repole, riapertura del Cpr di Torino non è un passo indolore

TORINO, 24 MAR - La riapertura del Centro di permanenza per i rimpatri di corso Brunelleschi "non è un passo indolore per Torino, che da oggi torna a rispondere con il trattenimento in struttura e la privazione della libertà a uomini che sono venuti nel nostro Paese in cerca di speranza per un futuro migliore". Lo afferma in una nota il cardinale Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, a proposito della riapertura del Cpr, che era chiuso dal 2023. Per Repole "comunque si voglia valutare la questione migratoria e riconoscendo che non è facile gestirla, non possiamo rassegnarci a rinchiudere chi non ha commesso reati e a non cercare invece percorsi per favorire la regolarizzazione e l'inserimento delle persone nella nostra società". "Non punto il dito contro nessuno, ma vorrei che facessimo tutti insieme un'autocritica. Tutti insieme, istituzioni nazionali e locali dobbiamo cercare alternative. E nel frattempo chiedo alla città, lo chiedo con trepidazione, di vigilare perché nel Centro di corso Brunelleschi vengano garantite le condizioni di rispetto della dignità per ogni essere umano evitando condizioni di degrado e di abbandono, come è avvenuto nel passato di questa struttura", conclude Repole.
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