Renzi: «Non è una rivincita ma un nuovo inizio»
Un plebiscito anche oltre le aspettative (e Brescia non fa differenza, anzi...) che Matteo Renzi festeggia nella nuova versione del noi e non dell'io. Al terzo piano del Nazareno, il leader, rilegittimato dalle primarie, festeggia su un palco circondato dai volontari e dai fedelissimi, a partire da Luca Lotti e Maria Elena Boschi. «Non è una rivincita ma un nuovo inizio, può essere che il leader sia forte ma il partito non è personale», garantisce l'ex premier che, chiarendo di non sapere quando si andrà al voto, si dice vicino al governo «dal quale - dice - ci aspettiamo molto».
Renzi è arrivato alle 20 di ieri nella sede del Pd, dove lo aspettavano i vertici del partito, molti ministri, a partire da Dario Franceschini e Maurizio Martina. La vittoria è data per scontata come si capisce arrivando sulla terrazza, dove è stato allestito un palco a più livelli. Quando la vittoria è consolidata, l'ex leader brinda nel suo ufficio, chiama i rivali ringraziandoli per aver ravvivato la sfida dopo la scissione e poi sale sul palco. Il primo grazie va proprio a Orlando e Emiliano anche se è tutto da capire se la segreteria avrà una gestione collegiale.
Poi un grazie a Gentiloni e «agli amici che lavorano nel governo, ci attendiamo molto da tutti voi e lavoreremo al vostro fianco con molta convinzione». Ma è la soddisfazione per l'affluenza ai gazebo la base di partenza per il rilancio di Renzi: «Tutti parlano di populismi, ma l'alternativa non è nel salotto, nei tweet, ma nel popolo». Linea che il segretario userà anche rispetto all'Ue, nodo al centro della ripartenza: «A Bruxelles chiediamo un cambiamento vero». Ripartenza che sarà anche un cammino più o meno lungo verso le elezioni politiche e contro M5S, gli unici che Renzi vede come avversari nella sfida elettorale.
Battaglia che il neoleader vuole vincere evitando coalizioni o ammucchiate. E a chi lo accusa di voler tornare ad abbracciare Berlusconi, l'ex premier manda i suoi a smentire. E anche lui nega: «Noi vogliamo fare la grande coalizione con i cittadini non con dei presunti partiti che non rappresentano nemmeno se stessi». E per avere la maggioranza nel paese, Renzi ammette un errore del passato: «Forse non siamo stati in grado fino in fondo di portare la gente dalla nostra parte partendo dal basso».
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