Regione, il toto-assessori ridisegna i rapporti di forza: asse Lega-Fi per «arginare» Fdi
Questione di ore, lo dice anche il presidente Attilio Fontana: «Mercoledì bisogna chiudere». Lo sanno tutti che quello di domani si prospetta un vertice più simile al rituale di un conclave, a partire dai segretari regionali fino ad arrivare agli aspiranti assessori. Senza scordare, poi, la categoria che più di tutte si sta barcamenando nel limbo per eccellenza: i primi dei non eletti, speranzosi che la promozione in Giunta di un collega liberi lo scranno in Aula per loro. I diretti interessati si stanno preparando come gli atleti prima di un incontro decisivo: gli ultimi allenamenti (le pubbliche relazioni), le ultime telefonate per farsi rassicurare (dai rispettivi sponsor che, tra una manciata di ore, imposteranno i cellulari in «modalità aereo»), il momento zen per respingere l’ansia da prestazione con enormi respiri profondi. Perché è quasi già scritto: il gioco di ruoli «ci farà fare notte», come confessa chi a quel tavolo, a Roma, siederà per trattare.
Gli schemi in gioco
Con quale affresco inizierà la partita? Si giocherà a cascata: dalle deleghe considerate più pesanti, a scendere fino ai sottosegretariati (e, di conseguenza, ad alcune caselle che riguardano le presidenze di Commissioni, per concedere una gratifica a coloro che, inevitabilmente, resteranno tagliati fuori). Per quanto riguarda la questione numerica, sulle cosiddette quote di partito si giocano (in parte) anche gli equilibri politici interni al centrodestra. Fratelli d’Italia, dopo aver ceduto sulla Sanità la cui regia resterà a Guido Bertolaso, punta a otto assessori. La Lega tenterà invece ad accordarne al partito di Giorgia Meloni sette, così da avere uno schema «meno sbilanciato»: 7 Fdi, 5 Lega, 2 Fi e 2 Civica Fontana (uno di questi è il posto di Bertolaso). Dietro quest’ambizione c’è una strategia che guarda ai futuri rapporti di forza: se cioè così fosse, Lega e Fdi sarebbero quasi in pareggio in Giunta, perché (fatto salvo Bertolaso, come figura tecnica) la proporzione sarebbe di 7 a sei (considerando anche la quota della civica Fontana che risponde al presidente).
I nodi aperti
Se lo schema confermato sarà invece quello che conferma 8 posti a Fdi, a rimetterci sarebbe la lista Fontana, che rimarrebbe rappresentata da Bertolaso. «Mercoledì chiudiamo il discorso con la determinazione dei nominativi migliori da scegliere - ha spiegato risoluto il governatore -. Abbiamo parlato di tante cose e per il momento abbiamo superato i primi problemi legati alla delimitazione di alcune deleghe e all’individuazione delle singole competenze». Riguardo all’assessorato alla Sanità, per il quale si profila l’ipotesi di uno spacchettamento tornando a separarlo dal welfare (delega che vedrebbe in pole la forzista Simona Tironi), Fontana ha confermato che «è l’unica questione sulla quale ci sono da fare ancora alcune riflessioni perché ci sono tante motivazioni positive che vanno in una direzione e tante nell’altra.
Non c’è contrapposizione, è una scelta di cosa sia più opportuno». Per quanto riguarda invece la delega all’Autonomia (per la quale si ipotizza un impegno di Davide Caparini), a chi gli chiede se la terra per sé, il presidente ha risposto: «Valutiamo. È sicuramente un’ipotesi, ma avere anche il sostegno di un assessore tecnico che può partecipare più di me a tutte le riunioni potrebbe essere utile. Ma proprio perché non c’è alcun tipo di contrapposizione. Si ragiona in maniera serena e si cerca di trovare la soluzione più utile per il buon funzionamento della Giunta». Siamo insomma alla stretta finale. La squadra di Giunta dev’essere chiusa entro il fine settimana, come prevede lo Statuto: venerdì scadranno infatti i dieci giorni dalla proclamazione di Fontana. E il 15 marzo ci sarà la prima seduta del Consiglio regionale che aprirà questa XII legislatura.
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