Regeni, Conte: «Inflessibili finché non otterremo verità»
La vicenda Regeni «è rimasta e rimarrà sempre al centro dell'attenzione del governo italiano». Così il premier Conte alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte del giovane ricercatore. «Ogni mia interlocuzione con Al Sisi è partita da un semplice quanto inevitabile assunto: i nostri rapporti bilaterali non potranno svilupparsi a pieno» se non si farà luce sul «barbaro assassinio», ha quindi aggiunto il presidente del Consiglio.
«A poco più di 4 anni dalla barbara uccisione di Giulio - ha spiegato il premier - l'Italia tutta, le sue istituzioni, la pubblica opinione continuano ad attribuire priorità alla ricerca della verità sulla sua morte. Nessuno deve dubitare, non abbiamo mai smesso di sollecitare all'Egitto progressi nell'identificazione dei responsabili dell'efferato delitto. Il governo non ha mai lesinato sforzi ed impegno, è sempre stato in cima nei miei colloqui con il presidente Al Sisi».
«Risultati» nella ricerca della verità sull'omicidio di Giulio Regeni si avranno «con l’intensificazione, non con l’interruzione del dialogo bilaterale», ha quindi sottolineato Conte, spiegando di aver «sollecitato ai nostri interlocutori egiziani ad assicurare collaborazione più intensa». Il presidente Al Sisi, ha spiegato il premier, «anche nel colloquio di domenica scorsa ha sempre manifestato piena comprensione per le richieste italiane e disponibilità a collaborare per il perseguimento di un obiettivo riconosciuto essenziale per rilanciare le nostre relazioni. Attendiamo ancora una manifestazione tangibile di tale volontà».
«Nel colloquio telefonico del 7 giugno con il presidente Al Sisi ho espresso l’aspettativa di progressi rapidi nelle indagini» e Al Sisi ha dato la «disponibilità sua e delle autorità egiziane a collaborare». Ora, ha quindi aggiunto Conte, l'Italia attende la «manifestazione tangibile di tale volontà».
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