Rebus Natale: a dicembre due Dpcm sul tavolo del Governo
Riaprire tutte le scuole, arrivare all'esaurimento delle zone rosse, consentire gli spostamenti tra le sole regioni in zona gialla, lasciare chiusi gli impianti da sci durante le festività, trovando in tal senso un'intesa a livello europeo.
Paiono queste le linee del Governo sul mese e sui Dpcm che verranno: un dicembre nel segno del Covid che tuttavia non esclude aperture. Quelle che Conte e i suoi ministri starebbero valutando assieme al Cts per inserirle nel decreto destinato a definire le regole anti-virus dal 4 dicembre in avanti e in quello ad hoc per il Natale che sembra destinato ad aggiungersi al primo.
Un quadro che in queste ore continua ad alimentare tensioni, dentro e fuori la maggioranza. Le Regioni sono in pressing: lo stop allo sci e alle vacanze sulla neve a Natale - ribadiscono i governatori - provocherebbe «un danno irreversibile». L'antidoto? La riapertura in sicurezza secondo le linee le linee guida stilate per la stagione bianca (alle quali si stanno preparando anche gli operatori camuni, di Ponte di Legno in primis): tetto massimo agli skipass giornalieri, presenze su funivie e cabinovie ridotta al 50%, acquisto on line dei biglietti. In ballo ci sono migliaia di imprese e posti di lavoro, con un indotto stimato in circa 10-12 miliardi di euro secondo le prime stime circolate in queste ore.
Per il momento però il governo resta fermo sul no. Con ancora 600 morti al giorno, liquida la questione il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia «non ci sono le condizioni», dunque solo parlarne è «fuori luogo». Gli fa eco Roberto Speranza: «Le misure restrittive sono e restano indispensabili». È ovvio però - e il governo ne è consapevole - che se salta il Natale sulla neve - sarà necessario mettere le mani al portafoglio per trovare i fondi e ristorare l'intero settore.
Ma non c'è solo lo sci. Nei prossimi giorni, come detto, il governo sarà chiamato ad affrontare le misure in vista del Natale. Venerdì ci sarà il nuovo monitoraggio e dunque prima del fine settimana, ribadiscono fonti dell'esecutivo, non si metterà mano al provvedimento. Che in realtà potrebbe sdoppiarsi. Un primo Dpcm coprirebbe il periodo dal 4 dicembre ai giorni immediatamente al ridosso del Natale: verrà allentato il coprifuoco (alle 23 o alle 24) sarà consentito lo shopping, con i negozi che potranno rimanere aperti in una fascia oraria più ampia per evitare assembramenti. Ci sarà anche l'apertura dei centri commerciali nei fine settimana e nei giorni festivi e saranno contingentati gli ingressi non solo nei negozi ma anche in strade e piazze, soprattutto in alcune grandi città e nel weekend, con un aumento generale dei controlli. Ancora in dubbio invece l'apertura serale di pub e ristoranti mentre per quanto riguarda gli spostamenti tra le Regioni, saranno consentiti quelli nelle zone gialle.
Al riguardo, va considerato che l'esecutivo confida di vedere ampliata la platea di queste ultime, stando anche alle parole del premier: «Sullo spostamento tra regioni a Natale ci stiamo lavorando ma se continuiamo così a fine mese non avremo più zone rosse. Tuttavia, il periodo natalizio richiede misure ad hoc»
Il secondo Dpcm dovrebbe invece stabilire le norme per le feste vere e proprie, con misure più dure: ci saranno le raccomandazioni per il Cenone di Natale, con l'Oms che si è aggiunta a quanti chiedono di evitarlo - «sarebbe la decisione più saggia» dice il capo tecnico dell'Organizzazione Maria Van Kerkhove - coprifuoco anticipato, niente appuntamenti in piazza e feste private, probabile stop agli spostamenti. E niente vacanze sulla neve.
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