Italia e Estero

Radio Kiev: «Chi rimane a combattere è pronto a morire»

Slava parla anche del comizio tenuto da Putin a Mosca davanti a migliaia di persone: «lL propaganda falsa è entrata nelle loro anime»
Un uomo lavora tra le macerie dopo i bombardamenti in Ucraina - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Un uomo lavora tra le macerie dopo i bombardamenti in Ucraina - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.

Oggi, le profezie scure di Slava, hanno preso corpo, Putin evoca, di nuovo l'uso del nucleare, la Gran Bretagna, la Francia e gli Stati Uniti, il nostro presidente Draghi sono convinti che il dittatore russo non voglia trattare.

Slava punta l'attenzione sul comizio di Putin davanti a migliaia di persone nello stadio di Mosca: «Non sono stati obbligati ad andare allo stadio. Quelli sono d'accordo con Putin, la pensano come lui, la propaganda falsa è entrata nelle loro anime. Sono pronti a combattere. Io ricorda questa propaganda. Avrò avuto 12 o 13 anni e di maggio noi cantavamo, sfilavamo il primo maggio e il 9 maggio, giorno della sconfitta del nazismo. C'erano ragioni autentiche, adesso che ragione c'è nell'invasione dell'Ucraina?

 Il mio amico di Kiev ha passato la notte nel vano della caldaia, sa che da un momento all'altro dovrà combattere. A Dnipro si temono bombardamenti massicci. I nostri scappano verso Paesi amici perché rifiutano di vivere in futuri campi di concentramento. Chi rimane è pronto a morire. Questa è la nostra resistenza. Non esiste la possibilità di un'Ucraina neutrale. Il mostro si è svegliato ed ora o si abbatte o si muore».

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