Italia e Estero

Quirinale, Gelmini: «Il centrodestra deve avanzare una proposta»

La ministra bresciana agli Affari regionali aveva blindato Draghi e sostenuto Berlusconi
Maria Stella Gelmini in collegamento durante «Messi a fuoco» - © www.giornaledibrescia.it
Maria Stella Gelmini in collegamento durante «Messi a fuoco» - © www.giornaledibrescia.it
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Il centrodestra deve dare le carte e ha il diritto di in indicare un suo candidato. Soprattutto ora che Berlusconi ha fatto un passo indietro. Lo sostiene la ministra bresciana agli Affari Regionali, la forzista Mariastella Gelmini.

Detto questo non va mai dimenticato che il passaggio dell’elezione del Presidente della Repubblica non è mai scontato. Soprattutto per chi si trova in un governo il cui primo ministro è tra i candidati naturali per il Quirinale.

Per la Gelmini la complicazione fino a poche ore fa è stata almeno doppia o tripla. E questo perché negli ultimi mesi è stata in campo la candidatura del leader del suo partito Silvio Berlusconi. Per questo motivo la rappresentante forzista, giustamente molto parca nelle dichiarazioni sul Quirinale divisa tra obblighi di governo e lealtà al Cav, a inizio anno ha rilasciato alcune dichiarazioni in cui ha chiarito il suo pensiero. «Berlusconi è la candidatura più autorevole che la nostra coalizione può esprimere».

Contemporaneamente ha voluto ribadire una sorta di fedeltà anche a Draghi dicendo che il Governo «si regge con una guida autorevole e forte. Difficile immaginare un’alternativa». Questo senza dimenticare che i tre rappresentanti di Forza Italia nell’esecutivo (oltre a lei Carfagna e Brunetta) sono espressione dell’ala liberal-moderata del partito azzurro e che dall’ingresso nell’Esecutivo hanno dovuto guardarsi dalle pressioni provenienti dall’ala cosiddetta sovranista che pare dominante.Vanno lette anche in questa chiave le dichiarazioni fatte fino alla decisione di Berlusconi di fare un passo di lato.La necessità costante di mostrare la propria fedeltà a Berlusconi e l’appoggio incondizionato (e veritiero) alla sua candidatura al Quirinale.

Il momento del reinsediamento del presidente Napolitano nel 2013 - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il momento del reinsediamento del presidente Napolitano nel 2013 - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Nel momento in cui il presidente azzurro ha scelto di fare un passo indietro Gelmini non ha avuto dubbi: «Ancora una volta il presidente Berlusconi ha confermato il suo senso dello Stato, il suo impegno costante per un’Italia migliore, il suo anteporre gli interessi del Paese a quelli di una sola parte politica. Lo ha fatto innumerevoli volte, l’ultima circa un anno fa, permettendo - in un momento estremamente delicato - la nascita del governo di unità nazionale, guidato dal presidente Draghi. Lo ha fatto con un gesto da statista, rinunciando alla candidatura che tutto il centrodestra gli aveva proposto, per favorire la più ampia convergenza nella scelta del prossimo presidente della Repubblica».

La ministra bresciana precisa: «La sua candidatura - sostiene Gelmini - non sarebbe stata divisiva, e il comunicato diramato ne è l’ennesima dimostrazione, come alcuni hanno voluto far credere, ed anzi una sua ascesa al Colle sarebbe stata un’opportunità di pacificazione nazionale. Il presidente Berlusconi ha scelto un’altra strada: rispettiamo la sua decisione, ed ammiriamo il suo coraggio». «Adesso - conclude - toccherà al centrodestra, coalizione politica con la maggioranza relativa dei grandi elettori, avanzare una proposta per la presidenza della Repubblica».

Non è detto che alla fine non si arrivi a Draghi, che la Gelmini ha blindato a Palazzo Chigi.

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