Italia e Estero

Quindici anni fa il devastante tsunami che fece 250mila morti

Era il 26 dicembre 2004: alle 7.59 ora locale si alzarono dal mare onde alte 20 metri. Quaranta le vittime italiane, tra cui una bresciana
  • Quindici anni fa lo Tsnumani in Indonesia che fece 250mila vittime
    Quindici anni fa lo Tsnumani in Indonesia che fece 250mila vittime
  • Quindici anni fa lo Tsnumani in Indonesia che fece 250mila vittime
    Quindici anni fa lo Tsnumani in Indonesia che fece 250mila vittime
  • Quindici anni fa lo Tsnumani in Indonesia che fece 250mila vittime
    Quindici anni fa lo Tsnumani in Indonesia che fece 250mila vittime
  • Quindici anni fa lo Tsnumani in Indonesia che fece 250mila vittime
    Quindici anni fa lo Tsnumani in Indonesia che fece 250mila vittime
  • Quindici anni fa lo Tsnumani in Indonesia che fece 250mila vittime
    Quindici anni fa lo Tsnumani in Indonesia che fece 250mila vittime
  • Quindici anni fa lo Tsnumani in Indonesia che fece 250mila vittime
    Quindici anni fa lo Tsnumani in Indonesia che fece 250mila vittime
AA

Quindici anni. Tanti ne sono passati dal quel 26 dicembre 2004 quando un maremoto devastante si scatenò al largo di Sumatra. Erano le 7.59 (ora locale) e dal mare si alzarono onde alte 15 metri, generate da un sisma di magnitudo 9.1. Tra le 250mila vittime, anche 40 italiani, tra cui la bresciana quarantacinquenne Marina Zinelli Facchini. I feriti furono mezzo milione, gli sfollati cinque milioni. 

Quello di 15 anni fa è stato il terzo terremoto più violento degli ultimi sessant'anni, dopo il sisma in Cile nel '60, magnitudo 9.5 e quello in Alaska del '64 di 9.2 di magnitudo. L'acqua dell'oceano penetrò nell'entroterra e non fece differenza tra case e abitanti: travolse tutto.

Le onde anomale raggiunsero le coste di 14 Paesi in tre continenti, Africa compresa. I Paesi del Sudest asiatico vennero colpiti tutti: Indonesia, Sri Lanka, India e Thailandia, versarono un tributo di sangue alla furia della natura. Dopo il disastro delle prime ore, i governi locali dovettero affrontare una drammatica emergenza umanitaria e dare soccorso a un numero enorme di sfollati: almeno 1,5 milioni in Sri Lanka, più di 100mila in India, quasi 30mila in Thailandia e altre centinaia di migliaia di persone in Indonesia.

L'impatto di quel fenomeno devastante è stato così forte che da allora è cambiato il sistema di monitoraggio e allerta dei maremoti, anche in Italia.

Quel sisma, ha osservato il presidente dell'Ingv, «è stato una lezione da ogni punto di vista, sia scientifico che sociale: ci ha insegnato molto sul fenomeno tsunami, che è stata la parte più drammatica per il grande numero di vittime». Inoltre, ha proseguito, «abbiamo studiato, come mai era avvenuto in passato quando la rete di sismometri era più rarefatta e mancavano i dati satellitari, un terremoto di dimensioni catastrofiche rare, come ne accadono ogni 10-30 anni, di magnitudo superiore a 9, che ha rotto un piano di faglia lungo oltre 1200 chilometri, a una velocità di circa 2 chilometri al secondo, impiegando quasi 10 minuti per completarsi. Banchi corallini sulla costa si alzarono oltre il pelo dell'acqua anche di mezzo metro. Le onde dello tsunami raggiunsero altezze che in alcuni punti superarono anche i 20 metri. Dopo 25 minuti raggiunsero Sumatra, due ore dopo la Thailandia».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia