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Quest'estate il ghiaccio dell'Artico si è sciolto parecchio

A nord della Groenlandia le acque sono coperte da una lastra bianca, ma quest'anno è sparita: colpa del riscaldamento globale
Un'immagine aerea della Groenlandia - Foto Ansa/Epa Ian Langsdon
Un'immagine aerea della Groenlandia - Foto Ansa/Epa Ian Langsdon
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Il ghiaccio più forte dell'Artico cede ai colpi del riscaldamento climatico. A nord della Groenlandia, dove le acque sono sempre coperte da una lastra bianca, quest'estate si vede per la prima volta il blu del mare. Il ghiaccio marino più spesso e vecchio ha infatti iniziato a rompersi. Un evento finora mai visto, immortalato dalle immagini satellitari, che ha portato gli scienziati a lanciare l'allarme anche per gli orsi polari. 

Il mare sopra la Groenlandia è definito come «l'ultima area ghiacciata» e «l'ultimo baluardo» contro il riscaldamento globale e lo scioglimento dei ghiacci. Ma quest'anno, per due volte, il ghiaccio marino si è staccato dalla costa e le acque si sono aperte, in un spettacolo inedito dagli anni Settanta, cioè da quando c'è l'occhio del satellite a monitorare. 

La colpa è dei venti caldi e delle ondate di calore che hanno interessato la parte più settentrionale del Pianeta. Ne sono una prova anche i dati diffusi dalla Noaa, l'agenzia americana per la meteorologia, secondo cui quello appena trascorso è stato il secondo luglio più caldo di sempre in Europa, e il più rovente in assoluto nei Paesi scandinavi. 

«In passato la maggior parte del ghiaccio marino nell'Artico era pluriennale, ma adesso la quasi totalità si riforma ogni anno. L'unica zona in cui è rimasto il ghiaccio pluriennale è a Nord della Groenlandia, ma questo ultimo baluardo si è staccato e si allontana dalla costa», spinto dai venti, ha detto Peter Wadhams, a capo del Polar Ocean Physics Group dell'università di Cambridge, al giornale inglese Independent. 

Il fenomeno potrebbe avere conseguenze «gravi» per l'orso bianco, che caccia sul ghiaccio marino. Gli orsi, ha spiegato Wadhams, «non possono spingersi molto lontano a nuoto. Se la lontananza del ghiaccio dalla costa diventasse una caratteristica permanente, non avrebbero più la superficie su cui cacciare». 

L'anomalia di quest'estate è fotografata anche dai dati della Noaa relativi al mese scorso. Le temperature sono state ben superiori alla media in Scandinavia, dove a metà luglio il termometro ha raggiunto i 30 gradi in diverse località del circolo polare artico. La Norvegia ha vissuto il suo luglio più caldo di sempre, con 4,3 gradi sopra la media. Record anche per la Svezia e la Finlandia, mentre nel Regno Unito è stato il secondo luglio più bollente dopo quello del 2006.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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