«Quel Caravaggio rubato è ancora in Sicilia»
Il Caravaggio rubato quasi 50 anni fa, che tanto appassiona la letteratura e il cinema e molto interessa la Commissione antimafia, «si trova ancora in Sicilia». Questa però è solo la premessa dalla quale Arthur Brand, detective olandese specializzato nel recupero di opere d'arte, parte per lanciare un appello attraverso «La lettura» del Corriere della Sera: «Oggi l'interesse di tutti è che quel dipinto torni a casa. Per questo mi rivolgo a chi lo possiede in questo momento e lo invito a farsi avanti, anche contattando me, se preferisce, in modo che io possa fare da tramite con le forze dell'ordine e trovare soluzioni affinché gli innocenti non ci rimettano e non si sentano posti sotto accusa».
Brand opera ad Amsterdam e già è riuscito a recuperare qualche opera finita nel circuito clandestino tra cui un mosaico bizantino trafugato da una chiesa di Cipro dopo l'invasione turca del 1974.
La Natività del Caravaggio, a cui si ispira anche il film di Roberto Andò «Una storia senza nome», è stato rubato a Palermo nell'ottobre 1969. Non si sa che fine abbia fatto. Ci sarebbe, in un ruolo solo operativo, la mano della mafia.
Ne hanno parlato sei pentiti con versioni diverse. Francesco Marino Mannoia ha sostenuto che il dipinto sia stato fatto a pezzi, praticamente distrutto. Francesco Di Carlo ha detto invece di avere visto il quadro in casa di un boss mafioso a Palermo nel 1981.
Anche Brand è convinto, in base a quello che gli hanno riferito alcuni informatori, che l'opera non abbia lasciato la Sicilia. «La mia tesi - dice a La lettura - è che la tela adesso non sia più in mano alla mafia. Apparterrebbe a una famiglia che teme di farsi avanti perché quella tela indubbiamente scotta».
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