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Protesi e valvole: i pm indagano sulla truffa in Lombardia

Sequestrati 34 milioni al Gruppo San Donato. Per gli inquirenti, gli ospedali ottenevano rimborsi a prezzo pieno, omettendo gli sconti
L'inchiesta ha portato al sequestro di 34 milioni al Gruppo San Donato
L'inchiesta ha portato al sequestro di 34 milioni al Gruppo San Donato
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Una presunta maxi truffa ai danni della Regione Lombardia sui prezzi rimborsati dall'amministrazione pubblica sull'acquisto di protesi. È il sistema, che per l'accusa ricalca quello di un altro presunto imponente raggiro sui farmaci, che ha portato oggi il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, in un'inchiesta del pm Paolo Storari, ad eseguire un sequestro da 34,7 milioni di euro a carico di 8 società del gruppo San Donato

«Il nostro professor Colombo (non risulta indagato, ndr) ha detto che l'Ospedale San Raffaele fa la cresta sulle valvole aortiche per via delle note di credito. Non si spiega perché tale importo non venga girato alla Regione». 

È così che, come si legge nel decreto di sequestro preventivo d'urgenza firmato dal pm, Mario Giacomo Cavallazzi, ex responsabile dei servizi di farmacia di diversi ospedali del Gruppo San Donato, parlava intercettato nel 2017 con Massimo Stefanato, ai tempi rappresentante dell'ufficio acquisti del San Raffaele e che è indagato nel nuovo procedimento sul presunto raggiro «fino al 2018» sui prezzi di protesi all'anca, protesi tubolari endocoronariche e defribrillatori cardiaci

«Nessun vantaggio per il Gruppo San Donato - spiega il gruppo - che ha sempre operato nel rispetto della legge e in pieno ossequio alle indicazioni dell'autorità predisposta alla regolamentazione e programmazione. Nessun parallelismo può esistere con altra vicenda». E ancora: «Si tratta di fattispecie palesemente differenti e per quest'ultima emerge esclusivamente un profilo di natura amministrativa per il quale pende già un ricorso proposto da GSD davanti al Tar Lombardia. Nell'insieme - conclude il gruppo - si tratta di vicende risalenti nel tempo e riguardanti soggetti da tempo estranei al Gruppo San Donato». 

In ogni caso il gruppo «si batterà in ogni opportuna sede per l'accertamento della verità di cui non ha timore». 

Nell'inchiesta sono indagati Stefanato (già finito ai domiciliari con Cavallazzi nell'indagine sulla truffa alla Regione sul prezzo dei farmaci), l'ospedale San Raffaele, il Policlinico San Donato, l'Istituto Ortopedico Galeazzi, gli Istituti Ospedalieri Bresciani, gli Istituti Ospedalieri Bergamaschi, gli Istituti Clinici Zucchi, l'Istituto Clinico Villa Aprica, gli Istituti Clinici di Pavia e Vigevano, tutte strutture facenti capo al gruppo San Donato. Le indagini sul prezzo dei farmaci, scrive il pm, «sono proseguite e si è scoperto analogo meccanismo fraudolento avente ad oggetto le endoprotesi».

La presunta truffa, scrive il pm, sarebbe consistita nell'acquistare «da vari fornitori endoprotesi a prezzi di mercato», farsi «rimborsare da Regione Lombardia il costo sostenuto per l'acquisto», ma «omettendo di indicare le note di credito ricevute dai fornitori delle endoprotesi a scomputo del prezzo di acquisto a seguito del raggiungimento di alcuni obiettivi di acquisto». Tale meccanismo, per la Procura, «era preordinato ad un minor esborso finanziario da parte delle sole strutture ospedaliere del gruppo San Donato in quanto il dato economico in diminuzione del prezzo non veniva comunicato alla Regione» con «danno per quest'ultima e correlativo vantaggio per le strutture ospedaliere». 

Oltre a intercettazioni ed email, nel decreto compaiano i verbali delle testimonianze di funzionari regionali. Nel 2019, ha spiegato l'ex dg del welfare lombardo Luigi Cajazzo, «ci siamo resi conto che le regole del servizio sanitario regionale andavano implementate con un provvedimento specifico il quale prevedesse, tra l'altro, in materia di rilevazione e rendicontazione delle endoprotesi, la revisione dei costi medi per ogni singolo dispositivo con la comunicazione anche della scontistica al fine di rilevarne il costo effettivo». 

Nel filone sulla presunta truffa da 10 milioni (stessa somma versata poi dal gruppo alla Regione) sui farmaci il pm Storari ha già chiesto il processo per cinque società che fanno parte del Gruppo San Donato, tra cui il San Raffaele, oltre che per Stefanato, Cavallazzi (non indagato nella nuova indagine), per tre ex manager dell'azienda farmaceutica Mylan spa, per uno della Bayer e per la stessa casa farmaceutica, oltre che per Novartis Farma spa. Udienza preliminare iniziata oggi e rinviata. 

 

 

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