Italia e Estero

Prof senza Green pass e tampone: rimandato a casa dalla preside

All’Itis Castelli un docente si è presentato sprovvisto sia del certificato che sia del tampone. A Fabriano sospeso un insegnante
Scuola e Covid - © www.giornaledibrescia.it
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Primo giorno di scuola. Prima campanella per 180mila alunni. Al via anche dei controlli dei green pass. Nelle scuole superiori non si sono riscontrate problematiche particolari per le verifiche del Green Pass, seppure in un istituto cittadino, l’Itis Castelli, un docente si è presentato sprovvisto sia del certificato, sia del tampone, quindi rimandato a casa (al quinto giorno scatterà la sospensione). «Tutto molto bene – dichiara il dirigente del liceo Calini, Marco Tarolli -: e contentissimi i ragazzi. In alcuni casi abbiamo dovuto derogare un po’ alla regola del metro di distanza nelle aule, ma sempre in conformità a quanto richiesto dal Cts». 

I controlli. Al «Cossali» di Orzinuovi «stiamo mettendo a punto la funzionalità della piattaforma ministeriale, man mano entrano docenti di nuova nomina e gli elenchi vanno aggiornati», rileva il preside Luca Alessandri. Nelle scuole paritarie si procede ancora con la app per la lettura ottica. «Sta accadendo come per i vaccini – osserva Davide Guarneri, responsabile diocesano del coordinamento scuole cattoliche -, quando si era partiti dal database dei dipendenti statali. Anche in questo caso, sono in corso incontri istituzionali per risolvere questo aspetto tecnico ed estendere anche a noi lo strumento».

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Ad Ancona.Un’insegnante di Lettere di Fabriano (Ancona) ha scelto di non vaccinarsi e di non sottoporsi neanche a tampone periodico, e dunque di non ottenere il Green pass, per «disobbedienza civile verso un provvedimento ingiusto, discriminatorio e illegittimo». Per lei già scattati la sospensione dal lavoro (con stop allo stipendio) e sanzione amministrativa. La docente, Roberta Salimbeni, che insegna nella Scuole media Gentile da Fabriano, ha scritto una lettera al collegio dei docenti per motivare la decisione: il certificato verde, a suo parere, è «un provvedimento politico e non sanitario, basato su un falso presupposto secondo il quale i vaccinati non contagiano». «Non ho il certificato verde, perché in libertà ho scelto di non vaccinarmi. - attacca -; perché non trovo corretto che le istituzioni abbiano prima dato la possibilità di scegliere poi l’hanno resa obbligatoria in modo surrettizio, pena l’esclusione dalla vita sociale e dal lavoro». Era consapevole di ciò che la sua presa posizione avrebbe comportato e puntualmente sono scattati dal 10 settembre stop dal lavoro e sanzione. «Ho applicato la normativa - spiega Antonello Gaspari, dirigente scolastico -. L’atto può decadere in qualsiasi momento, quando l’insegnante presenta il Green pass. É un’insegnante molto valida. Ha ritenuto opportuno portare avanti con coraggio questa battaglia, da obiettore di coscienza invece che fare i tamponi per lavorare. Una questione di principio. Speravo di non arrivare a gestire situazioni di questo tipo, mi dispiace».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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