Italia e Estero

Primo caso di suicidio assistito in Lombardia

Cappato
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MILANO, 14 FEB - Una cinquantenne affetta da sclerosi multipla progressiva da oltre 30 anni è morta nelle scorse settimane a casa sua, nella località dove viveva, in Lombardia, a seguito dell'auto-somministrazione di un farmaco letale fornito dal Servizio sanitario nazionale, insieme alla strumentazione necessaria. Il farmaco e la strumentazione sono stati forniti dal Servizio sanitario, dopo 9 mesi dalla richiesta. Si tratta del sesto caso in Italia. La notizia, anticipata stamani dal Corriere della Sera è così spiegata da Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria nazionale e tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni: "Regione Lombardia ha fornito l'aiuto medico per la morte volontaria perché era suo dovere farlo. Si conferma così nei fatti ciò che avevamo sostenuto anche in occasione dell'irresponsabile decisione del Consiglio regionale di dichiararsi incompetente in materia". La donna, a causa della malattia, era paralizzata e costretta a una condizione di totale dipendenza e necessità di assistenza continuativa e il suo è il primo caso in Lombardia. "La mia breve vita è stata intensa e felice, l'ho amata all'infinito e il mio gesto di porre fine non ha significato che non l'amassi", ha scritto nell'ultimo messaggio la donna. Dopo aver atteso 9 mesi dalla sua richiesta, la 50enne è stata la sesta persona in Italia (la quinta seguita dall'Associazione Luca Coscioni) ad aver completato la procedura prevista dalla Consulta con la sentenza 242/2019 sul caso 'Cappato/Antoniani', con l'assistenza diretta del Servizio sanitario nazionale che ha fornito il farmaco e ogni strumentazione necessaria.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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