Presidenziali Usa: storica nomination per Kamala Harris
Kamala Harris fa la storia accettando commossa nella terza serata della convention democratica la nomination per la vicepresidenza, prima donna di origini afroamericane e indiane a ricoprire tale incarico. Ma ora la senatrice californiana vuole andare oltre ed entrare alla Casa Bianca, rompendo un altro soffitto di cristallo proprio nei 100 anni del suffragio femminile in America.
«Possiamo cambiare il corso della storia», esorta, ammonendo che il Paese è ad un «punto di svolta» e merita di fare meglio dopo i quattro anni di «caos», «incompetenza» e «insensibilità» di Donald Trump. «Abbiamo un presidente che trasforma le tragedie in armi politiche. Il fallimento della leadership di Donald Trump ci è costato vite e posti di lavoro», accusa usando le sue doti di ex procuratrice generale della California. Senza dimenticare la sua risposta alle proteste contro le ingiustizie razziali: «non c'è alcun vaccino contro il razzismo. La nostra nazione deve essere come una comunità, dove tutti sono benvenuti, a prescindere dalla loro apparenza, da dove vengono o da chi amano. Dove tutti meritano compassione, dignità e rispetto».
La senatrice ha poi fatto appello all'unità e alle minoranze, quelle che servono a Joe Biden per vincere: «dobbiamo eleggere un presidente che ci unisca tutti, afroamericani, bianchi, latinos, asiatici, nativi americani, per conquistare il futuro che vogliamo collettivamente». Harris non ha dimenticato la figura fondamentale della sua vita, quella della madre indiana immigrata, che le ha insegnato i valori della vita e l'ha allevata «come una donna afroamericana e indiana forte e orgogliosa della sua eredità». Prima di lei era intervenuto Barack Obama, che ha sferrato il suo attacco personale più devastante a Trump parlando dal Museo dell'American Revolution di Philadelphia, la città dove è stata firmata la costituzione americana, quella che è rimasta alle sue spalle per tutto il discorso. «Speravo che Donald Trump potesse mostrare qualche interesse nel prendere sul serio la carica, che potesse arrivare a sentire il peso dell'ufficio e scoprire qualche riverenza per la democrazia affidata alle sue cure ma non lo ha mai fatto», ha esordito. «Trump non ha mostrato alcun interesse nel mettersi al lavoro, nel trovare un terreno comune, nell'usare l'eccezionale potere del suo ufficio per aiutare qualcuno tranne se stesso e i suoi amici. Nessun interesse nel trattare la presidenza se non come un altro reality show». Il tycoon, ha rincarato, «non è cresciuto nel suo lavoro perché non è in grado. E le conseguenze di questo fallimento sono gravi: 170 mila americani morti, milioni di posti di lavoro persi, i nostri peggiori istinti liberati, la nostra orgogliosa reputazione nel mondo compromessa e le nostre istituzioni democratiche minacciate come mai prima».
«E la posta in gioco ora è proprio la democrazia» ha avvisato, sollecitando a votare per il ticket Biden-Harris, che «ha la capacità di guidare il nostro Paese fuori delle tenebre e ricostruirlo meglio».
Infine un omaggio al suo ex vice: «Joe ha il carattere e l'esperienza per renderci un Paese migliore, mi ha reso un presidente migliore e per me è come un fratello». Trump non ha resistito a contrattaccare in diretta anche su Twitter, definendo Obama un «presidente orribile» e «corrotto», e chiedendo «perché si è rifiutato di appoggiare slow Joe fino alla fine?» e «perchè ha cercato di convincerlo a non correre alla Casa Bianca». Alla Harris invece ha ricordato che durante le primarie aveva chiamato Biden «razzista». Ad accusare duramente il presidente anche Hillary Clinton: «speravo che Trump sarebbe stato un presidente migliore. Ma, sfortunatamente, è quello che è», lo ha incenerito con le stesse parole usate dal tycoon per ammettere la sua impotenza nella pandemia. «Se verrà rieletto le cose peggioreranno», ha ammonito, invitando ad andare a votare per evitare i rimpianti del 2016 e di farlo in massa perchè si può perdere anche vincendo il voto popolare di 3 milioni di voti, come successe a lei.
La speaker della Camera Nancy Pelosi ha accusato Trump di avere «disprezzo per i fatti, per le famiglie di lavoratori e per le donne in particolare», mentre la senatrice progressista Elizabeth Warren ha denunciato che «l'ignoranza e l'incompetenza del presidente sono pericolosi per il nostro Paese», elogiando i »buoni piani« di Biden e Harris.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato