Pregiudicato bresciano fermato con 355 chili di cocaina
Non è volto nuovo nel panorama dello smercio di stupefacenti il 40enne bresciano arrestato lunedì mattina in autostrada nel corso di una operazione congiunta della Polizia Stradale di Verona e della Guardia di Finanza. Ma il carico che gli è stato sequestrato rappresenta un record assoluto per la provincia di Verona e uno dei più rilevanti in assoluto per tutto il nord Italia.
Nel mezzo che stava guidando, occultati tra water e lavandini, sono stati trovati complessivamente 355 panetti da un chilo ciascuno di cocaina pura ancora da tagliare. Una fornitura che una volta tagliata avrebbe invaso il mercato con oltre una tonnellata di polvere bianca generando profitti per oltre 20 milioni di euro e incassi quasi doppi. L’operazione è stata presentata nelle scorse ore nella città scaligera.
Il sequestro
Secondo quanto riportato dall’Ansa «l’uomo viaggiava in autostrada a bordo di un camion che ha destato l’attenzione di una pattuglia della Stradale di Verona Sud, perché malconcio e con alcune luci fulminate. Durante il controllo è emerso che il mezzo conteneva materiale idraulico (tra cui Wc, lavandini e altri articoli da bagno), ma il conducente non era in grado di esibire alcun documento di trasporto. Ipotizzando illeciti economico-finanziari, i poliziotti si sono avvalsi del supporto della Guardia di Finanza». A quel punto il conducente è stato identificato e sono immediatamente emersi i suoi precedenti penali.
Il controllo del mezzo si è fatto particolarmente approfondito e ha portato a scoprire i panetti nascosti tra il materiale idraulico ed è immediatamenete scattato l’arresto. «Dato il quantitativo non si esclude che la droga fosse destinata ad un mercato più ampio rispetto a quello scaligero» ha scritto la Guardia di Finanza nella nota diffusa ieri.
I precedenti
Il 40enne, bresciano di San Polo, non sarebbe al debutto nel mondo della vendita di droga: nel gennaio del 2015 era stato arrestato, insieme ad altre due persone, per spaccio di sostanze stupefacenti e porto abusivo di armi e qualche mese più tardi, ancora una volta la Guardia di Finanza, avevano sequestrato a lui e ai suoi complici beni per circa un milione di euro. «Per il pm Lara Ghirardi e il gip Casare Bonamartini sono stati acquistati con i proventi dello spaccio e non sono allineati ai redditi dichiarati» riportano le cronache dell’epoca che poi fanno l’elenco dei beni che erano stati posti sotto sequestro: c’era un autosalone con le 22 vetture e due moto che aveva in vendita, oltre ad un appartamento a Genova e quasi 100mila euro in contanti.
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