Polemica sul passaporto no-Covid chiesto da alcune Regioni
«La Sardegna spalanca le braccia ai turisti, chiediamo solo una piccola cautela in più: munirsi di un certificato di negatività al Covid-19». Il presidente della Regione Christian Solinas ritorna a parlare di passaporto sanitario e di turismo. Lo fa in un video postato nella pagina Facebook ufficiale della Regione sarda. Confini regionali aperti agli arrivi «per questa stagione che dobbiamo gestire in modo ottimale sia sotto il profilo logistico che sotto quello della sicurezza sanitaria». Poi una precisazione per evitare qualsiasi tipo di equivoco: «Non esiste alcuna quarantena per i turisti».
Detta così, la soluzione sembra in fin dei conti semplicissima e di buon senso. Peccato che una certificazione come quella auspicata dal governatore sardo - e prima di lui dai veritici della Regione Sicilia - non esista. E non per lacune burocratiche. Ma perché certificare nero su bianco che il Covid-19 non alberga in un organismo non è cosa che la scienza al momento è in grado di sostenere.
A replicare a distanza a Solinas, proprio in questi termini, è il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri. L'idea di un passaporto sanitario per la Sicilia e la Sardegna «è ambiziosa ma impraticabile. È necessaria uniformità su tutto il territorio e al momento la vedo molto difficile. Facciamo prima a riaprire lasciandoci questo virus alle spalle rispettando le regole».
«Il passaporto sanitario non è una patente di immunità per la nostra isola, ma una cautela in più. Non c'è una volontà di chiusura da parte nostra». è la controreplica di Solinas che insiste sul fatto che una certificazione di negatività esibita al momento dell'arrivo in Sardegna concorrerebbe a garantire l'immagine di isola covid-free.
Ma la proposta lanciata dalle dorate spiagge sarde di Cagliari e dintorni non ha mancato di suscitare polemiche e botta e risposta istituzionali. Un tentativo di marketing territoriale lo avanza il governatore della Liguria Giovanni Toti che nel considerare i «passaporti sanitari, oltre che inutili, anche totalmente impossibili» annuncia che la sua regione è pronta ad ospitare i turisti lombardi. E così offre l'assist al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che si inserisce sul tema con un video diffuso via social: «Vedo che alcuni presidenti di Regione, ad esempio quello della Liguria, Giovanni Toti, dicono che accoglieranno a braccia aperte i milanesi» quando si potrà viaggiare tra una Regione e l'altra, «altri, non li cito, dicono 'magari se fanno una patente di immunità' è meglio. Qui parlo da cittadino prima ancora che da sindaco: quando deciderò dove andare per un weekend o una vacanza me ne ricorderò», ha concluso.
La replica non meno al vetriolo arriva da Solinas che pur non menzionato si sente chiamato in causa: «Sala in materia di coronavirus dovrebbe usare la decenza del silenzio, dopo i suoi famigerati aperitivi pubblici in piena epidemia. Nessuno ha chiesto improbabili patenti di immunità, ma un semplice certificato di negatività».
A provare a smorzare i toni e a riportare tutti un passo indietro sono i membri del Governo. A cominciare dal ministro della Salute Roberto Speranza: «L'obiettivo del governo è provare a restituire il massimo numero di libertà alle persone ma è chiaro che dobbiamo monitorare i dati. Oggi abbiamo bisogno di saper come il Paese ha reagito sul piano epidemiologico alle riaperture del 18 maggio. Sono passati otto giorni, non sono sufficienti per questa valutazione. Alla fine di questa settimana saremo in grado di farla e, se ci saranno le condizioni, saremo felicissimi di offrire ancora più libertà. Deciderà il governo centrale insieme alle Regioni, decideremo insieme».
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