Pianti, sgomento e silenzio: gli studenti arrivati ad Auschwitz
Un cimitero senza tombe. Auschwitz commuove. Professori e studenti.
Le reazioni sono simili, ma non uguali. C’è chi si lascia andare alle lacrime, chi rimane in silenzio, chi domanda scuotendo la testa. La sensazione, per tutti, per chi vive l’esperienza con testa e cuore, è di incredulità.
Sono più di 600 e sono partiti ieri da Brescia con il dodicesimo «Treno per Auschwitz», un viaggio
Birkenau sembra infinito. Circondato da alberi, ma anche da filo spronato. «Non capisco quelli che si fanno i selfie e ridono. Cosa c’è da ridere?» dice una ragazza a una sua compagna.
«Io non farei mai la guida turistica in questi posti. Ogni giorno dover ricordare certe cose. Che tristezza» dice un altro studente.
Non tutti hanno capito che questo non è il set di un film, ma sono la minoranza. La maggioranza ha pianto, ha spalancato la bocca, ha scosso la testa.
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