Italia e Estero

Perdonanza e Giubileo, Parolin aprirà Porta Santa di Collemaggio

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L'AQUILA, 31 GEN - Sarà il Segretario di Stato Vaticano, il Cardinale Pietro Parolin, ad aprire la Porta Santa della Basilica di S. Maria di Collemaggio per la prossima Perdonanza. Lo ha annunciato l'arcivescovo metropolita dell'Aquila, Antonio D'Angelo, che, insieme al presidente dell'Ordine dei Giornalisti d'Abruzzo, Stefano Pallotta, ha incontrato all'Aquila la stampa locale in prossimità della ricorrenza, lo scorso 24 gennaio, della festa di S. Francesco di Sales. "Ringrazio Sua Eminenza per la generosa disponibilità - ha aggiunto - e per la sua presenza a L'Aquila in occasione della indulgenza celestiniana. Una presenza importante per la nostra Arcidiocesi che evidenzia ancora di più il legame tra Giubileo e Perdonanza, come già sottolineato da Papa Francesco nella Bolla di indizione dell'Anno Santo 'Spes non confundit', dove il Santo Padre ha citato la 'grande Perdonanza' tappa spirituale fondamentale verso il primo Giubileo del 1300". Commentando il Messaggio del Santo Padre la Giornata delle Comunicazioni Sociali l'Arcivescovo soffermandosi sul tema della "mitezza" ha detto che è "una virtù poco di moda oggi, dove c'è un clima di aggressività, a volte molto forte in varie forme". "Il Papa - sottolinea l'arcivescovo D'Angelo - presenta lo stile della mitezza nella forma dell'essere compagni, mettersi accanto all'altro per aiutarlo a camminare e crescere. Credo che in questo avete un ruolo importante, saper stare accanto per accompagnare la crescita della persona e della società tutta, inoltre questo stile dice che i contenuti veri, (il bene) non si affermano con la forza e con la violenza. Nella comunicazione sappiamo, voi meglio di me, che il linguaggio è fondamentale, rivela effettivamente ciò che si vuole trasmettere, quindi un linguaggio violento non aiuta a costruire il bene, al contrario quando si parla in modo pacato e sereno si costruisce già il bene, la verità si afferma da sola". Nel tempo che stiamo vivendo - ha concluso l'arcivescovo - molto particolare e precario su tanti fronti c'è bisogno di ritrovare punti fermi capaci di garantire un equilibrio esistenziale a tutta la società. Quindi il mondo della Comunicazione ha una missione, un impegno non da poco per aiutare il processo della speranza, ridare all'umanità intera, perché parliamo sempre di villaggio globale, una prospettiva nuova, promuovendo una cultura del bene che significa dialogo, incontro, amicizia e fraternità".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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