Per lo psicologo di base in Lombardia bisognerà aspettare la prossima legislatura
Per avere ufficialmente la figura dello psicologo di base nelle Case di Comunità bisognerà attendere, forse, la prossima legislatura. In questa il progetto di legge, sostenuto lo scorso anno sia da maggioranza sia da opposizione, «non ha avuto i tempi tecnici per diventare legge» come sostiene Simona Tironi, vicepresidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale, che ha fortemente creduto nell’istituzione del Servizio delle cure dello psicologo di base nelle nascenti Case di Comunità.
Il testo avrebbe dovuto essere discusso in Consiglio regionale ieri, con la legge di Bilancio. Vista la copertura finanziaria - venti milioni in tre anni - sarebbe stato necessario un passaggio in Commissione Bilancio. Così non è stato e, con le elezioni regionali alle porte, non ci sono più i tempi. La consigliera Tironi, Forza Italia, ha ribadito, non senza amarezza: «È un grande regalo che lascio a chi governerà la Regione dopo le elezioni. Il mio primo impegno, se ci sarò, sarà quello di riproporre il progetto di legge». Afferma: «La protezione della salute di tutti l’ho posta al centro della mia azione politica. Il primo impegno del prossimo Consiglio è completare l’iter per l’istituzione dello psicologo di base. I tempi tecnici dell’anticipazione delle elezioni proiettano necessariamente nell’immediato futuro un provvedimento che è più di un impegno politico per me: riguarda il benessere psicologico di migliaia di lombardi unito alla grande libertà di accessibilità per tutte le famiglie alle cure psicologiche gratuite, anzitutto per i nostri giovani».
L'iter
Il destino politico dell’istituzione dello psicologo di base si è giocato tutto nelle ultime ore. Nel pomeriggio di lunedì, con un maxiemendamento presentato poco prima dell’inizio dei lavori dell’assemblea regionale, Azione e Forza Italia hanno provato a forzare la mano della Commissione Bilancio. Il tema era la copertura finanziaria del nuovo servizio, senza la quale, evidentemente, sarebbe stato svuotato di significato.
Il progetto di legge regionale per l’istituzione della Psicologia delle cure primarie era stato approvato lo scorso 30 novembre in Commissione sanità. La legge mancata prevedeva la presenza di un presidio qualificato all’interno delle Case di Comunità e dei Distretti, con la regia delle Unità operative di Psicologia delle aziende sociosanitarie territoriali, per garantire alla popolazione la possibilità di accedere a prestazioni psicologiche a bassa soglia, ovvero di facile accesso, e di aumentare la capacità del servizio sociosanitario di intercettare precocemente situazioni di difficoltà.
Per l’istituzione della Psicologia delle cure primarie il progetto di legge prevedeva un investimento pari a dodici milioni per ogni anno nel triennio 2023-2025. Ed è su questo punto che si è arenato l’iter che avrebbe portato alla discussione in Aula del progetto. Conclude Tironi: «La pandemia ha evidenziato quanto sia necessario un supporto psicologico, in particolare per i giovanissimi che hanno vissuto un periodo di estrema difficoltà. Il mio impegno per aiutarli continuerà ad essere massimo».
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