Italia e Estero

Per la camorra cellulari russi con sicurezza militare

epa03938244 A 'secure call' for an encrypted phone call is displayed on a secured cell phone at a press conference in the Interior Ministry in Mainz, Germany, 06 November 2013. As a reaction to the surveillance scandal around US secret service NSA, the interior ministry of Rhineland-Palatinate informed about the security measures of the state government at a press conference. EPA/FREDRIK VON ERICHSEN
epa03938244 A 'secure call' for an encrypted phone call is displayed on a secured cell phone at a press conference in the Interior Ministry in Mainz, Germany, 06 November 2013. As a reaction to the surveillance scandal around US secret service NSA, the interior ministry of Rhineland-Palatinate informed about the security measures of the state government at a press conference. EPA/FREDRIK VON ERICHSEN
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NAPOLI, 24 APR - Per tutelarsi dalle intercettazioni la camorra usava cellulari russi con sistemi di sicurezza di livello militare: la circostanza emerge dagli atti dell'ordinanza notificata ieri dalla Squadra Mobile di Napoli a otto presunti affiliati ai clan Licciardi e Sautto-Ciccarelli nell'ambito di indagini coordinate dalla Dda. "Noi avevamo i telefoni criptati, intendo dire i telefoni di marca Aquarius con cui puoi comunicare con una certa tranquillità... li usavamo solo per messaggi", dice il "pentito" agli investigatori: si tratta di Vincenzo Iuorio, ex affiliato al gruppo "Don Guanella" del clan Licciardi guidato da Antonio Bruno. A entrambi ieri la Polizia di Stato ha notificato un arresto. Il sistema operativo non è di quelli tradizionali ma garantiva gli affiliati di rango anche da eventuali sequestri: "erano abbastanza sicuri - spiega ancora il collaboratore di giustizia - perché dotati di codice ed anche se sequestrati dalle forze dell'ordine non possono essere consultati se non hai il codice e vari tentativi li rendono inutilizzabili". Secondo Iuorio quando gli affiliati si mandavano messaggi con questi cellulari (acquistati grazie a dei trafficanti di droga) si utilizzavano degli alias e quello che si era scelto, per esempio, Gennaro Sautto, elemento di vertice dell'omonimo clan, era "Messi".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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