Italia e Estero

Per dirigenti scolastici stress, buornout e problemi di salute

esami di maturità all’Istituto Tecnico Itis di Bresscia 19 giugno 2024. Ansa Filippo Venezia
esami di maturità all’Istituto Tecnico Itis di Bresscia 19 giugno 2024. Ansa Filippo Venezia
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ROMA, 21 APR - I direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga) delle scuole italiane - ovvero i dirigenti che si occupano della gestione amministrativa e contabile degli istituti scolastici - lavorano a ritmi insostenibili, con gravi ripercussioni sulla salute mentale, sull'equilibrio personale e sulla qualità del lavoro. È quanto emerge da un report realizzato dal Dipartimento Scienze Umane, Comunicazione, formazione e psicologia dell'Università Lumsa su incarico dell'Anquap (Associazione nazionale quadri delle amministrazioni pubbliche) L'indagine su oltre 2.000 Dsga restituisce la fotografia di una categoria professionale ormai allo stremo: l'85% lavora quotidianamente a ritmi molto elevati. Il 99% gestisce compiti che richiedono attenzione costante e un 'problem solving' continuo, spesso in solitudine. L'83% è in tensione permanente per le responsabilità e le decisioni complesse che ricadono sul loro ruolo. Il carico emotivo è particolarmente alto: oltre l'80% del campione percepisce il lavoro come stancante sul piano emotivo, mentre il 68% dichiara disagio emotivo legato a frustrazione, rabbia e ansia. Il 52% mostra chiari sintomi di burnout, con perdita di motivazione e coinvolgimento. L'engagement professionale è in forte crisi: oltre la metà dei Dsga ha smesso di provare entusiasmo per il proprio lavoro e non si sente più parte attiva del sistema scolastico. Le conseguenze si riflettono anche sulla vita privata e sulla salute fisica. Per il 54% dei Dsga il lavoro esaurisce le energie personali, mentre il 51% afferma che il tempo dedicato al lavoro ha un effetto negativo sulla propria vita privata. Il 57% soffre di disturbi del sonno e tra chi manifesta stress acuto le donne rappresentano il 68%, il doppio degli uomini. Questi sintomi, se trascurati, aumentano il rischio di problemi cardiovascolari, abbassano le difese immunitarie e possono condurre a depressione, come evidenziato in diversi studi sulle conseguenze dello stress lavorativo cronico. A peggiorare il quadro complessivo i dati sulla motivazione e il coinvolgimento verso il proprio lavoro. Solo il 4% consiglierebbe questo lavoro ad altri. Il 66% sta valutando di cambiare mestiere. Il 97% ritiene la retribuzione inadeguata.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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