Per bancarotta un arresto , 8 indagati e sequestrato hotel
PISTOIA, 05 GIU - Un imprenditore arrestato in carcere, altri otto soggetti indagati e sequestri di beni per 2,7 milioni di euro fatti dalla guardia di finanza di Pistoia in un'inchiesta per reati tributari, bancarotta fraudolenta e turbativa in aste fallimentari. L'operazione, denominata 'Alba rossa', ha portato all'arresto in carcere di un imprenditore di 37 anni, originario della Campania, da tempo residente in provincia di Pistoia: è accusato di plurime condotte di bancarotta fraudolenta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e turbativa di aste fallimentari. Sequestrato un albergo a Montecatini Terme del valore di 2,1 milioni più conti correnti e quote societarie fino alla concorrenza di 623.328 euro. Gli altri otto indagati, accusati in concorso col 37enne, sono residenti a Montecatini Terme , Firenze, Adro (Brescia), Trani (Barletta) e Giugliano (Napoli). L'hotel, secondo le Fiamme gialle, è oggetto di una esecuzione immobiliare, già di proprietà di una società da lui amministrata e fallita. Ma il 37enne sarebbe riuscito a riappropriarsene illecitamente facendo partecipare all'asta fallimentare un prestanome e presentando una falsa attestazione bancaria destinata a certificare l'apparente concessione di un mutuo, mai realmente richiesto né concesso. Inoltre, il 37enne, pur già condannato in via definitiva per bancarotta, avrebbe continuato a commettere una serie di reati fallimentari e tributari, utilizzando soggetti giuridici sempre nuovi, intestati a prestanome. Li ingaggiava per figurare in società del settore turistico alberghiero che, dopo aver accumulato, senza pagarli, ingenti debiti commerciali, tributari e previdenziali, venivano spogliate del loro patrimonio e condotte al fallimento. Immobili e beni strumentali - ricostruisce la GdF -, restavano, però, nella disponibilità del fallito celato dietro apparenti nuove imprese che li acquisivano prima che potessero essere attratti nell'attivo fallimentare. Oppure queste imprese partecipavano alle aste fallimentari con documentazione artefatta per aggiudicarsi i beni.
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