Penne nere bresciane: oggi il clou con la grande sfilata
Treviso invasa dagli alpini ha vissuto un sabato che, tra cerimonie ufficiali e festa in centro, si è prolungato sino a notte fonda. Una giornata intensa, nel segno della fratellanza e del senso di appartenenza, nella terra che più di ogni altra è intrisa del ricordo del Primo conflitto mondiale, che la sconvolse cento anni fa.
È stata la Sezione di Brescia ad aprire la serie di iniziative legate all’Adunata, con la cerimonia di resa d’onore al monumento ai Caduti: una manifestazione che non rientra nel programma ufficiale, ma che ogni anno le nostre penne nere difendono caparbiamente. Preceduto dalla Fanfara di Gemona, il labaro della Sezione Ana di Brescia, scortato dal presidente Gian Battista Turrini, dal Consiglio direttivo, da 135 gagliardetti di altrettanti Gruppi e da centinaia di penne nere, è arrivato in sfilata davanti al monumento in piazza della Vittoria.
Una dimostrazione di compattezza, considerando anche che alle 10 del mattino non tutti gli alpini sono «operativi» dopo i festeggiamenti notturni. Presenti anche due ex presidenti della Sezione Ana, Sandro Rossi e Davide Forlani, oltre al cappellano militare alpino don Lorenzo, al ten. col. Maghini, alpino paracadutista in servizio, legato a Calcinato da ragioni affettivo-famigliari e, per il comune di Brescia, l’assessore Valter Muchetti.
Intanto la novantesima Adunata ha sciorinato tutti i suoi momenti istituzionali, come il commovente incontro nel Teatro comunale con le delegazioni Ana all’estero e le delegazioni internazionali dei soldati di montagna. Queste penne nere, emigrate all’estero magari da trenta o quarant’anni, sono ammirevoli per l’attaccamento alla Patria e si sobbarcano ogni anno trasferte anche di migliaia di km pur di essere presenti a questa che è la più grande manifestazione mondiale di un’Associazione d’arma.
A mezzogiorno, spettacolare e seguitissimo, grazie alla giornata particolarmente calda e serena, anche il lancio dei paracadutisti dell’Esercito (in gran parte Ranger alpini) sul campo dello stadio comunale Omobono Tenni.
Poi, dopo gli incontri tra le autorità cittadine con i rappresentanti nazionali dell’Ana ed i presidenti delle Sezioni, nella serata una lunga serie di concerti di cori e fanfare alpine in tutto il territorio della provincia: il Coro Alte Cime della Sezione di Brescia si è esibito nella parrocchiale di Villorba (il cui Gruppo alpino è legato da amicizia profonda a quello cittadino di Bottonaga, a cui ieri ha offerto un «formidabile» aperitivo); il Coro Ana Vallecamonica ha cantato a Treviso nella chiesa di San Liberale, mentre il Coro alpino Palazzolese si è esibito in quella del Sacro Cuore; la Fanfara Alpina Valchiese di Gavardo ha invece partecipato al Concerto delle fanfare, sempre allo stadio.
Ma è stata la lunga serata nel cuore della città di Treviso a mostrare il volto più festoso dell’Adunata: a decine di migliaia le penne nere hanno invaso le vie del centro, cantando, brindando e festeggiando fino a notte inoltrata. Qualcuno, probabilmente, oggi pomeriggio non sarà in grado di reggere la sfilata (che peraltro è piuttosto corta, meno di 2.100 metri), ma capiterà a pochi «alpini veri»: perché ad un alpino vero puoi togliere tutto, ma non l’orgoglio della sfilata, la massima dimostrazione di appartenenza, tradizione e disciplina non formale che (con la profonda connessione di solidarietà territoriale) hanno creato e consolidato il mito delle penne nere, la cui Associazione festeggerà nel 2019 i cento anni di vita.
Certo, come sempre, mescolati agli alpini c’erano anche migliaia di ragazzi (e ragazze) che il servizio militare, per ragioni anagrafiche, non l’hanno fatto. L’Adunata, per questo «popolo» abituato alla vita urbana notturna rappresenta un’occasione ghiotta: chi la prende dal verso giusto, cantando, brindando e ballando con gli alpini, contribuisce a rinforzare il carattere popolare della festa; chi, e per fortuna non sono la maggioranza, ne approfitta per dare il peggio di sé si squalifica da solo e non intacca certo il senso di queste giornate. Come abbiamo detto in questi giorni, la felice scelta di tenere fuori dalla cerchia delle mura i rumorosi, inquinanti e pericolosi «trabiccoli» ha reso molto più «vivibile» l’atmosfera cittadina della manifestazione.
Dalla mattina migliaia di alpini sono già in movimento per raggiungere (a piedi, perché la città è «blindata») la zona di ammassamento: da qui, alle 9 è iniziata la sfilata, che, per file di nove, porterà in circa 12 ore, ottanta-novantamila penne nere davanti alle tribune di piazza Vittoria, su cui il Governo sarà rappresentato dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, accompagnata dai vertici dell’Esercito.
Il passaggio delle Sezioni bresciane è previsto dalle 15.30 con la diretta di Teletutto.
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