Patrick Zaki in aula per la seconda udienza a Mansura
Dopo la prima udienza di due settimane fa, si terrà oggi a Mansura, la sua città natale sul delta del Nilo, la seconda udienza del processo a carico di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'università di Bologna in carcere in Egitto da quasi 20 mesi.
«Domani sarà come l'altra volta», ha scritto all'Ansa la sua legale Hoda Nasrallah riferendosi alla prima udienza svoltasi il 14 settembre. Quella di domani quindi si terrà di nuovo davanti alla Corte d'emergenza di Al Mansura, nell'ala nuova del vecchio Palazzo di Giustizia, nell'ambito di una sessione di varie ore in cui verranno esaminati molte decine di casi. Gli avvocati cominceranno ad affluire attorno alle 10 (il rinvio a domani fu annunciato verso le 15).
Come confermato su Twitter dal sito libanese Daraj per cui Patrick scrisse nel 2019 sulle persecuzioni terroristiche e discriminazioni sociali della minoranza cristiana in Egitto, le accuse a suo carico sono «pubblicazione di notizie e false comunicazioni atte a minare la pace sociale, appello al rovesciamento del regime al potere, istigazione a commettere un reato di terrorismo e uso della violenza, oltre ad altri reati». Si tratta di accuse che gli fanno rischiare 25 anni di carcere o addirittura l'ergastolo, secondo valutazioni concordanti di esperti di Amnesty International e fonti giudiziarie egiziane. È dunque ancora in piedi l'impianto accusatorio basato sui dieci post su Facebook di controversa attribuzione che hanno giustificato la custodia cautelare iniziata il 7 febbraio dell'anno scorso.
Oltre a quello sui copti, negli atti messi a disposizione degli avvocati di Patrick ci sono anche due altri articoli ancora tutti da dibattere in aula. Anche se la corte può emettere una sentenza inappellabile in qualsiasi udienza, almeno secondo quanto indicato da fonti della ong egiziana per cui Patrick lavorava come ricercatore, le aspettative di una conclusione del processo già domani appaiono deboli
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