Italia e Estero

Parigi e New York, lockdown localizzati contro l'epidemia

Nella capitale francese chiudono i bar, ma non i ristoranti. Tra Brooklyn e il Queens in nove quartieri si torna a misure restrittive
Una donna passeggia indossando la mascherina vicino al Louvre - Foto Epa/Ian Lansgdon © www.giornaledibrescia.it
Una donna passeggia indossando la mascherina vicino al Louvre - Foto Epa/Ian Lansgdon © www.giornaledibrescia.it
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Il mondo che ha superato ormai 35 milioni di contagi dall'inizio della pandemia cerca di correre ai ripari mentre la nuova ondata del coronavirus fa registrare, di giorno in giorno, nuove impennate dei casi. Con le grandi capitali simbolo del pianeta che impongono via via misure sempre più restrittive.

A cominciare da New York dove da mercoledì scatterà, in nove quartieri, un vero lockdown. Mentre l'America segue le condizioni di salute del presidente Trump, infettato dal Covid, ad annunciare la stretta nella Grande Mela è stato il sindaco Bill De Blasio spiegando che saranno le zone di Brooklyn e Queens, focolai dei nuovi casi, a chiudere.

 

Un centro per i test Covid a Brooklyn, New York - Foto Epa/Justin Lane © www.giornaledibrescia.it
Un centro per i test Covid a Brooklyn, New York - Foto Epa/Justin Lane © www.giornaledibrescia.it

 

E anche Parigi stringe le maglie: a fronte dell'impennata dei casi (17mila e 12.500 negli ultimi 2 giorni quelli registrati in Francia) e la mancanza di un'inversione della curva nella capitale e nell'Ile-de-France oggi si passa in «zona di allerta massima», color «scarlatto» invece dell'abituale rosso. Con la chiusura dei bar ma non dei ristoranti. Segnali chiari che la seconda ondata del virus fa paura ormai quanto la prima.

E potrebbe durare: «La strada può essere ancora accidentata, fino a Natale e oltre», ha messo in guardia Boris Johnson, primo ministro di un Paese, il Regno Unito, che continua a vedere impennarsi le curve epidemiologiche. L'ultimo dato, riferito a sabato, parla di un record 12.800 nuovi contagi in Gran Bretagna, anche se la cifra è difficilmente interpretabile con le medie dei giorni precedenti (circa 7mila nuovi contagi ogni 24 ore) perché nel conteggio sono stati inclusi anche casi che non erano stati registrati nell'ultima settimana.

Una situazione di allerta che continua a riguardare anche Israele dove il premier Benyamin Netanyahu valuta la possibilità di estendere il lockdown che scade il 14 ottobre.

Tornando in Francia, due settimane dopo la stretta che ha imposto a Marsiglia la chiusura generale di bar e ristoranti e a Parigi quella anticipata alle 22, il progredire apparentemente inarrestabile dei contagi, unito all'aumento di ricoveri e di occupazione di letti in rianimazione, ha costretto le autorità a tornare alle dolorose chiusure anche a Parigi. Nella capitale, che precipita nel girone delle regioni «a massima allerta» come Marsiglia, da oggi entrano in vigore nuove regole, che saranno annunciate dalla sindaca Anne Hidalgo. 

 

Parigi chiude i bar, ma non i ristoranti - Foto Epa/Ian Langsdon © www.giornaledibrescia.it
Parigi chiude i bar, ma non i ristoranti - Foto Epa/Ian Langsdon © www.giornaledibrescia.it

 

Chiuderanno i bar, per 15 giorni, ma rimarranno aperti i ristoranti grazie a un protocollo approvato dal Comitato scientifico che affianca il governo nelle decisioni durante la pandemia. I ristoratori si sono impegnati - pur di non abbassare la saracinesca - a raccogliere nomi e indirizzi dei clienti, misurare la temperatura ad ogni avventore e consentire un tetto massimo di 8 coperti per ogni tavola.

Ancora prima di conoscere l'ufficialità delle regole a Parigi, i ristoratori di Marsiglia hanno annunciato ieri sera che il prefetto ha dato l'accordo alla riapertura - con una settimana di anticipo sul periodo di 15 giorni di chiusura deciso dal governo - dei ristoranti che si impegneranno a rispettare il protocollo sanitario adottato anche per i locali parigini. 

Già giovedì scorso, sui criteri presi in considerazione dalle autorità sanitarie per definire il colore di un territorio sulla cartina di Francia, si erano accese tutte le spie nella regione di Parigi: il tasso di incidenza oltre la barra dei 250 casi per 100.000 abitanti, precisamente a 261; il tasso di occupazione di letti nelle rianimazioni da parte dei pazienti Covid-19 al 34,8% quando la soglia di allerta è fissata al 30%; infine, il tasso di incidenza del contagio per gli over 65 ben oltre la soglia critica di 100.

Il ministro della Salute, Olivier Véran - facendo digrignare i denti a sindaci e ristoratori della regione di Marsiglia costretti a chiudere dalla settimana scorsa - aveva concesso alla capitale altri 4 giorni per verificare la stabilità di questa tendenza al peggio. Non sono arrivate cifre a contraddire il trend in atto, quindi da questa mattina scatta il giro di vite, dopo la consultazione con la sindaca Anne Hidalgo. 

L'imput che Emmanuel Macron ha dato al governo è quello di continuare sempre, ove possibile, a tenere tutto aperto ed in funzione, ricorrendo alle misure di chiusura che penalizzano la società intera soltanto in casi estremi. Quanto alla reazione dei parigini, il governo sembra almeno confortato da un sondaggio Elabe per BFM-TV secondo il quale il 61% degli abitanti dell'Ile-de-France sono favorevoli a una chiusura completa dei bar.  

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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