Italia e Estero

Panico in piazza san Carlo, 10 anni ai responsabili

I giovani sono stati condannati dopo aver scatenato panico trai tifosi a scopo rapina
Piazza San Carlo a Torino dopo la tragica ondata di panico - © www.giornaledibrescia.it
Piazza San Carlo a Torino dopo la tragica ondata di panico - © www.giornaledibrescia.it
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La serata di festa che si trasforma in tragedia. La paura, il caos, il fuggifuggi disperato di migliaia di persone, il sangue. Accadde il 3 giugno 2017 a Torino in piazza San Carlo, il salotto della città, durante la proiezione su maxi schermo della finalissima di Champions tra la Juventus e il Real Madrid. E ora la giustizia presenta il conto a chi, secondo le accuse, provocò il disastro: dieci anni di carcere ai quattro giovani di origine marocchina che, per rubacchiare portafogli e collanine, sparsero delle zaffate di spray al peperoncino. Qualcuno tra la folla sentì bruciore agli occhi, qualcuno tossì, altri si spaventarono, tutti cominciarono a correre all'impazzata. Il bilancio fu di 1.672 feriti. E due donne, l'ossolana Erika Pioletti e la torinese Marisa Amato, travolte e calpestate, persero la vita a causa delle gravissime lesioni.
Il processo per le presunte manchevolezze nell'organizzazione della serata (le transenne messe male, le bottiglie di vetro, i fiumi di birra, l'eccessiva quantità di gente) è ancora in corso; riguarda la sindaca Chiara Appendino, l'allora questore Angelo Sanna, il viceprefetto Roberto Dosio più un'altra dozzina di imputati, e riprenderà a giugno. A margine si stanno svolgendo le laboriose trattative per gli indennizzi all'esercito delle parti civili.

Quello terminato oggi invece è il troncone che riguarda la cosiddetta «banda dello spray», una decina di ragazzi che vedevano nei concerti e nei grandi eventi un'occasione per compiere razzie. Avevano colpito in tante città del Nord Italia e poi in Belgio, Svizzera, Inghilterra. In piazza San Carlo, secondo la procura, agirono in cinque (uno dei quali, che non era ancora diciottenne, sarà giudicato dal tribunale per i minorenni).

La sentenza, giunta al termine di un rito abbreviato, è del gup Maria Francesca Abenavoli. Sono 10 anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione per Sohaib Bouimadaghen (soprannominato «Budino»), Hamza Belghazi e Mohammed Machmachi, di 21, 20 e 21 anni; per Aymene El Sahibi, 22 anni, considerato autore di un minor numero di furti, la pena è di 10 anni, 3 mesi e 24 giorni. Tutti sono stati riconosciuti colpevoli di rapina, lesioni ma soprattutto di omicidio preterintenzionale. Ed è soprattutto quest'ultimo reato a scatenare le proteste delle difese: «Non è giustizia - dice l'avvocato Basilio Foti - perché non ci può essere alcun nesso tra lo spray e la morte di Erika Pioletti e Marisa Amato, che furono travolte a centinaia di metri di distanza». Ma è stata accolta la linea dei pm Paolo Scafi e Roberto Sparagna, già peraltro avallata da una pronuncia interlocutoria della Cassazione. «Ne sono lieto», commenta l'avvocato Daniele Folino, il legale del fidanzato di Erika, aggiungendo però che «le omissioni e le negligenze» degli organizzatori sono «macroscopiche» e ricordando che «fino ad oggi non ci è stata presentata alcuna offerta di risarcimento». Su Facebook, il fratello di Marisa Amato, Francesco, interviene così sulla sentenza: «Tra un anno saranno fuori».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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