Onu, 'violenza e abusi militari senza precedenti in Birmania'
GINEVRA, 31 GEN - L'esercito della Birmania ha incrementato la violenza contro i civili raggiungendo l'anno scorso livelli senza precedenti, con il più alto numero di vittime civili dal colpo di stato che lo ha portato al potere il primo febbraio del 2021: lo ha riferito oggi l'Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Secondo i dati dell'Associazione per l'assistenza ai prigionieri politici (Aapp) - citati dall'Onu - almeno 6.231 civili sono stati uccisi dall'esercito, tra cui 1.144 donne e 709 bambini, negli ultimi quattro anni. Nel 2024, sono state uccise almeno 1.824 persone, tra cui 531 donne e 248 bambini, in netto aumento rispetto al precedente picco di 1.639 decessi verificati nel 2023. Per l'Alto commissario dei diritti umani delle Nazioni Unite Volker Türk, "è profondamente angosciante scoprire che la situazione per i civili sta solo peggiorando di giorno in giorno". "Anche se il potere dell'esercito diminuisce, la portata e l'intensità delle loro atrocità e violenze" si è ampliata. "Questa crisi dei diritti umani creata dall'esercito ha causato indicibili sofferenze attraverso attacchi indiscriminati contro i civili, negazione degli aiuti umanitari e sistematiche violazioni dei diritti umani. Un'analisi del conflitto descrive inoltre atti di estrema brutalità e sottolinea come l'esercito abbia lanciato ondate successive di attacchi aerei e abbia bombardato con l'artiglieria i civili, costretto migliaia di giovani al servizio militare, arrestato molte persone, causato sfollamenti di massa e negato l'accesso agli aiuti umanitari. Oggi, intanto, la giunta militare birmana ha esteso di sei mesi lo stato di emergenza che sarebbe dovuto scadere a mezzanotte, rinviando ulteriormente le elezioni.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato