Italia e Estero

Onu, ogni anno 2 mln bambine subiscono mutilazioni genitali

Female Genital Mutilation (FGM) is a common problem in the area. According to UNICEF estimates, three in four Ethiopian women have gone through FGM, but in the remote villages of Bonazuria, circumcision used to be the lot of almost every girl. Plan International introduced the community discussion project at the village three years ago. The goal was to spread information about harmful practices and to encourage a community-driven battle against them. When Asnakech was 12, her parents decided that it was time for their daughters FGM procedure. A self-taught circumciser came to the family home. Askenech still recalls how scared she was and how no-one comforted her. The circumciser cut her clitoris and outer labia using a razor blade. She pressed ashes and cow manure on the bleeding cuts. ANSA/ UFFICIO STAMPA UNICEF ITALIA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Female Genital Mutilation (FGM) is a common problem in the area. According to UNICEF estimates, three in four Ethiopian women have gone through FGM, but in the remote villages of Bonazuria, circumcision used to be the lot of almost every girl. Plan International introduced the community discussion project at the village three years ago. The goal was to spread information about harmful practices and to encourage a community-driven battle against them. When Asnakech was 12, her parents decided that it was time for their daughters FGM procedure. A self-taught circumciser came to the family home. Askenech still recalls how scared she was and how no-one comforted her. The circumciser cut her clitoris and outer labia using a razor blade. She pressed ashes and cow manure on the bleeding cuts. ANSA/ UFFICIO STAMPA UNICEF ITALIA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
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ROMA, 06 FEB - Ogni anno, più di 2 milioni di bambine nel mondo subiscono mutilazioni genitali femminili prima del loro quinto compleanno. Queste procedure comportano l'alterazione o il danneggiamento dei genitali di una donna per motivi non medici. Sebbene concentrata principalmente in 30 paesi dell'Africa e del Medio Oriente, la pratica delle mutilazioni genitali femminili, secondo l'Onu, è un problema universale. Persiste anche in alcuni paesi dell'Asia e dell'America Latina, così come tra le popolazioni immigrate che vivono in Europa occidentale, Nord America, Australia e Nuova Zelanda. Ad oggi, più di 230 milioni di ragazze e donne in tutto il mondo hanno subito questa pratica, considerata a livello internazionale una violazione dei diritti umani. E sebbene negli ultimi anni, la prevalenza di questi interventi è diminuita a livello globale e una ragazza ha tre volte meno probabilità di subire mutilazioni genitali rispetto a 30 anni fa, si stima che 27 milioni di ragazze saranno a rischio nei prossimi cinque anni se non si accelererà l'azione di contrasto contro questa pratica, i cui costi sanitari per le sopravvissute sono stimati in 1,4 miliardi di dollari ogni anno. Le ragazze che subiscono mutilazioni genitali femminili affrontano, infatti, complicazioni come forti dolori, sanguinamento eccessivo, infezioni e difficoltà a urinare, nonché conseguenze a lungo termine per la loro salute sessuale e riproduttiva e la salute mentale. Nella Giornata internazionale tolleranza zero contro le mutilazione genitali femminili l'Onu invita a mettere in atto sforzi coordinati e sistematici, che coinvolgano un'intera comunità, concentrandosi sui diritti umani, sull'uguaglianza di genere e sull'educazione sessuale. Per eliminare questa pratica entro il 2030, rileva l'Onu, i progressi da fare devono essere almeno dieci volte più rapidi. In occasione della Giornata internazionale il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha dichiarato: "Le mutilazioni genitali femminili sono un atroce atto di violenza di genere, una pratica abominevole, una delle manifestazioni più brutali della disuguaglianza: infliggono ferite fisiche e psicologiche profonde e irreversibili, creano rischi mortali per la salute e violano il diritto delle donne e delle ragazze di controllare il proprio corpo e di vivere in sicurezza e dignità. E' urgente, e per di più possibile, porre fine a questa barbara violazione dei diritti umani. Uniamo le forze per consegnare le mutilazioni genitali femminili alla pattumiera della storia e per garantire che tutte le donne e le ragazze di tutto il mondo abbiano una salute migliore, un futuro più giusto".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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